“Le diverse crisi internazionali che stiamo vivendo non aiutano la rinormalizzazione geopolitica e dei prezzi dell’energia. Siamo appena usciti da una crisi energetica dettata dalla guerra russo – ucraina, con grande sforzo e particolare efficacia, grazie a un’azione del governo Meloni che è riuscito a individuare diversi approvvigionamenti di gas, di cui necessita il sistema energetico italiano. Questo nuovo scenario tra Israele e Palestina, anche più grave di quello precedente, complica le cose con il rischio di ricadute particolarmente negative”. Lo ha dichiarato Luca Squeri (Forza Italia), segretario della Commissione Attività Produttive alla Camera dei Deputati, nel corso del Cnpr Forum “La corsa senza fine dei prezzi dell’energia: il futuro per imprese e famiglie appare sempre meno luminoso”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca. – continua sotto –
“Il sistema energetico quando è determinato da una necessità di importazione e gli equilibri internazionali vengono messi in crisi – ha aggiunto Squeri -, subisce un aumento dei prezzi. Dipendiamo troppo dal gas e dal petrolio. Dobbiamo portare avanti con convinzione e decisione l’implementazione di tutte le energie rinnovabili non solo il fotovoltaico e l’eolico me anche le bioenergie che attualmente risultano essere le più utilizzate”.
Secondo Angelo Bonelli (co-portavoce nazionale dei Verdi, eletto alla Camera nelle liste di Avs) “da oltre un anno è in corso, una speculazione sui prezzi del gas. Nell’agosto del 2021 i prezzi medi in Italia erano di 40 euro a megawattora, ad agosto 2022 il prezzo è balzato a 232 euro megawattora mentre ad agosto 2023 il prezzo è sceso 32 euro. Questa discesa repentina di circa di circa l’85 per cento non è corrisposta ad una analoga discesa dei costi delle bollette che gli italiani pagano, che, purtroppo, sono rimasti sempre su livelli alti mettendo in ginocchio famiglie e imprese. Una vera ‘rapina sociale’. Il governo Meloni volutamente ha sanato la tassa sugli extra profitti a carico delle società energetiche del governo Draghi e sono venuti meno 8,3 miliardi di euro che potevano ristorare imprese e famiglie che vivono una situazione complessa. La prima cosa da fare – ha evidenziato Bonelli – è incassare questa risorsa e implementare una politica energetica basata sulle rinnovabili. L’ostacolo che le rinnovabili stanno avendo da questo governo sta nel fatto che il sole e il vento sono fonti energetiche gratuite, non sarebbero necessarie speculazioni e le famiglie sarebbero in grado di autoprodurre l’energia e fare a meno delle lobby energetiche”.
Sulle difficoltà che gravano su famiglie e imprese si è espresso anche Andrea De Bertoldi (deputato di Fratelli d’Italia in Commissione Finanze a Montecitorio): “Viviamo un momento non semplice. Gli italiani sono in difficoltà per ragioni legate ad un ambito internazionale che peggiora di giorno in giorno. Bisogna essere coerenti con un pensiero che pone al centro dell’attività l’essere umano, la crescita del Paese. famiglie e imprese devono aspettarsi risposte con aiuti concreti. Nella Legge di Bilancio ci sono tante misure per il lavoro dipendente, per le categorie più deboli, per le nuove assunzioni. La strada della crescita è l’unica vera risposta a queste emergenze ed è legata alle riforme. Questo governo sta facendo le riforme in materia fiscale, di giustizia e, in senso lato, della previdenza. Stiamo dando risposte al drammatico tema della denatalità – ha continuato De Bertoldi – prevedendo una serie di norme per favorire le nascite come gli interventi sulla gratuità degli asili, più congedi parentali, anche in caso di malattia dei figli. Nelle nostre professioni stiamo allargando la legge per malattie e infortunio del professionista anche ai figli minori. Così riusciamo a dare al sistema economico un diverso equilibrio”. – continua sotto –
La necessità di investire sull’efficientamento energetico è stata sottolineata da Enrico Cappelletti (parlamentare del M5s in Commissione Attività Produttive alla Camera): “Il problema è che fino a quando non ci liberiamo dalla dipendenza dalle fonti fossili saremo sempre condannati ad essere in balìa di repentini cambi del prezzo dell’energia. Per aiutare le famiglie le strade da percorrere sono due: cercare di investire nell’efficientamento energetico, riducendo i consumi e la dipendenza da questo tipo di fornitura. L’esempio più classico è il superbonus che ha contribuito nel 2021/2022 a fare un clamoroso + 12 per cento di Pil in Italia. Una strada segnata e che deve essere continuamente percorsa non possiamo permetterci di vivere in case colabrodo che dissipano il 60 per cento dell’energia. La seconda strada è quella di incentivare le fonti di energia sostenibile. Abbiamo lanciato – ha rimarcato Cappelletti – le comunità energetiche rinnovabili, sono una straordinaria opportunità per avere energia in loco a poco prezzo e svincolata dalle dinamiche di crescita repentina. Ma il punto dolente è che mancano i decreti attuativi che il governo Meloni promette da un anno e sono ancora al di là dal venire”.
Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Antonio Moltelo (commercialista dell’Odcec di Nola): “Tutti attendevano la discesa dei prezzi dell’energia che purtroppo continuano a salire, spinti dalle crisi internazionali che stiamo vivendo con i conflitti tra Ucraina e Russia, da un lato, e quello tra Palestina e Israele in Medio Oriente. A pagarne le conseguenze sono principalmente le imprese e le famiglie italiane, alle prese non solo con il caro-energia ma anche con l’aumento dell’inflazione e dei costi delle materie prime. Dal mondo imprenditoriale è stato lanciato un allarme che non va assolutamente sottovalutato: il caro energia può mettere in ginocchio le piccole e microimprese con un impatto sociale e occupazionale devastante. Occorre che il governo di Giorgia Meloni adotti misure urgenti da mettere in campo per sostenere la nostra economia tornando a contrattare con l’Europa sul tetto del gas e per favorire le imprese energivore”.
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili): “In realtà quello che oggi va combattuto non è l’aumento dei prezzi dell’energia ma il temuto aumento che può derivare dall’inflazione che galoppa. Molto dipenderà dalla capacità della politica di investire risorse in spesa sociale, vale a dire indirizzare fondi a sostegno di quelle famiglie che indipendentemente dal costo dell’energia si trovano in difficoltà. Gli aiuti a famiglie e imprese stanziati per fronteggiare il caro energia in Italia contano circa 40 miliardi di euro. Probabilmente si doveva fare ancora di più. Per la criticità del momento occorre pianificare e programmare a medio termine non porre in essere misure tampone, occorre che ci sia una programmazione strutturale di transizione verso un modello energetico. La programmazione deve avere una durata e un respiro pluriennale, non può cominciare oggi e finire domani. E’ da tanto che nel nostro Paese non vediamo attività di programmazione a medio e lungo termine destinate a un futuro di crescita”. Nella foto, da sin. in senso orario Squeri, Bonelli, Cappelletti e De Bertoldi