Mentre sembra avvicinarsi il momento dell’inizio dell’operazione di terra, l’Egitto ospita oggi al Cairo il vertice per la pace in Medio Oriente. Insieme al presidente egiziano, Abdel Fatah, al Sisi ci saranno i leader e i ministri degli Esteri di una ventina di Paesi: per l’Italia la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni che, se le condizioni lo permetteranno, potrebbe volare a Tel Aviv per incontrare il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Presente anche il re di Giordania Abd Allah. – continua sotto –
“Proclamare Stato Palestinese” – Al Sisi ha aperto i lavori con il suo intervento, affermando che “la soluzione” al conflitto in Medio Oriente “è la proclamazione dello Stato palestinese”. “Ci troviamo davanti a una crisi senza precedenti che richiede attenzione totale. Per questo vi ho chiamati a lavorare insieme su una nuova road map che metta fine alla crisi umanitaria”, ha spiegato il presidente egiziano, sottolineando la necessità di “stabilire negoziati che aprano la via a una soluzione a due Stati”. Al Sisi si è rivolto alla comunità internazionale chiedendo di fornire protezione al “popolo palestinese e ai civili innocenti” nella Striscia di Gaza. E ha affermato di aver compiuti sforzi “dal primo momento” per trasportare aiuti a Gaza tramite il valico di Rafah “nonostante i ripetuti bombardamenti effettuati per impedirlo”.
Meloni: “Efferatezza di Hamas da condannare senza ambiguità” – “Il terribile attacco di Hamas si è abbattuto contro civili inermi con una efferatezza senza precedenti che lascia allibiti e che dal nostro punto di vista è giusto condannare senza ambiguità”, ha detto Meloni.
20 Paesi al summit – Sono una ventina i Paesi invitati al summit, che si articolerà in due sessioni di lavoro al termine delle quali potrebbe essere diramata una dichiarazione congiunta: dal Qatar alla Turchia, dall’Arabia Saudita agli Emirati Arabi Uniti, che dovrebbero essere rappresentati da Mohammed bin Salman e da Mohammed bin Zayed. Per quanto riguarda i leader europei, oltre a Meloni prenderanno parte ai lavori il presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez (presidente di turno dell’Unione europea), Kyriakos Mitsotakis (Grecia) e Nikos Christodoulides (Cipro). Per Germania, Francia e Regno Unito sono attesi invece i ministri degli Esteri. Tra i partecipanti anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, e l’alto rappresentante della politica estera Ue, Josep Borrell. – continua sotto –
Usa e Israele valutano governo a interim a Gaza – Funzionari americani e israeliani starebbero valutando, partendo dal ragionamento sul dopo-Hamas nella Striscia di Gaza, la possibilità di far insediare nell’enclave palestinese un governo ad interim sostenuto dall’Onu e con il coinvolgimento di governi di Paesi arabi. Lo ha riportato Bloomberg in un articolo rilanciato da Europa Press che cita fonti a conoscenza di quanto viene valutato negli Usa riguardo il futuro dell’enclave palestinese controllata da Hamas e nel mirino dei bombardamenti israeliani dopo il terribile attacco del 7 ottobre di Hamas in Israele. L’evoluzione dei colloqui, ancora nella fase iniziale, dipende – secondo le fonti – dagli sviluppi, dall’esito dell’annunciata operazione di terra israeliana a Gaza e comunque un’iniziativa di questo genere richiede necessariamente il sostegno dei Paesi arabi della regione, un fatto non scontato.
Ex analista Cia: “Operazione difficilissima, anche per consenso governi arabi” – Secondo William Usher, ex analista esperto di Medio Oriente della Cia, l’istituzione di un governo ad interim sarebbe un’operazione incredibilmente difficile e sarebbe ancor più complicato ottenere il consenso di governi arabi. “Richiederebbe anche un atto di fiducia da parte di Gerusalemme”, ha aggiunto.
Abu Mazen: “I palestinesi non lasceranno mai la loro terra” – “Non lasceremo mai la nostra terra, non lasceremo mai la nostra terra”. Lo ha ripetuto due volte il presidente palestinese Abu Mazen, concludendo il suo intervento al summit. – continua sotto –
Re Giordania: Raid su Gaza sono “un crimine di guerra” – “Il bombardamento incessante della Striscia di Gaza è crudele e inconcepibile a tutti i livelli. È una punizione collettiva di una popolazione assediata e indifesa. È una flagrante violazione del diritto internazionale umanitario. È un crimine di guerra”. E’ quanto ha detto il re di Giordania Abdullah nel suo intervento al Cairo, riportato dall’agenzia di stampa Petra. “In qualsiasi altro luogo, attaccare le infrastrutture civili e affamare in modo deliberato un’intera popolazione, lasciandola senza cibo, acqua, elettricità e beni di prima necessità sarebbe condannato”, ha rimarcato Abdullah, secondo cui “il messaggio che il mondo arabo sta ascoltando è forte e chiaro: le vite palestinesi contano meno di quelle israeliane, l’applicazione del diritto internazionale è facoltativa e i diritti umani hanno dei limiti: si fermano ai confini, si fermano alle razze, si fermano alle religioni”.
Guterres: “Lancio un appello per una tregua umanitaria” – Al valico di Rafah “ho constatato una catastrofe umanitaria. Al di là del confine ci sono due milioni di persone tra cui bambini che necessitano di aiuti. Sono grato all’Egitto per il ruolo che ha avuto e lancio un appello a una tregua umanitaria”. Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres presente al Cairo al vertice della Pace, sottolineando che “i diritti dei palestinesi sono legittimi” e che serve “una soluzione a due Stati”.
Esercito Israele: “Nessuna crisi umanitaria a Gaza” – “A partire da ora, posso dirvi che non c’è alcuna crisi umanitaria a Gaza. La situazione è sotto controllo”. Lo ha detto un portavoce militare israeliano nel corso di una conferenza stampa. Secondo le forze di Difesa israeliane, circa 700mila persone su una popolazione stimata di 1,1 milioni di abitanti nel nord di Gaza sono evacuate verso sud negli ultimi giorni. Il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari, afferma che l’Idf “continuerà gli attacchi contro le roccaforti di Hamas nel nord di Gaza”.