Aversa (Caserta) – Si è concluso con 8 condanne e 31 assoluzioni il processo di primo grado nato dall’inchiesta “The Queen”: una bufera giudiziaria che nel marzo 2017 colpì, con una vasta eco, una decina di comuni tra Napoli e Caserta, investendo politici, amministratori pubblici in carica e non, imprenditori, professionisti, docenti universitari, commercialisti, ingegneri e faccendieri. – continua sotto –
Tra gli imputati Enrico De Cristofaro, ex sindaco di Aversa, condannato a 4 anni di reclusione. I fatti riguardano il periodo in cui ricopriva la carica di presidente dell’Ordine Provinciale degli Architetti di Caserta, prima di essere eletto primo cittadino. Fatti che solo incidentalmente riguardano Aversa, considerato che si trattava dell’appalto per la ristrutturazione e trasformazione dell’ex carcere mandamentale di via Saporito in “Casa dello Studente”. La struttura non fu mai utilizzata dall’Università ex Sun (attuale “Vanvitelli”), tanto che il Comune avrebbe poi provveduto alla revoca della concessione in uso del bene all’Adisu – Agenzia universitaria per il diritto allo studio, attivando una procedura di riacquisizione del bene a patrimonio comunale. De Cristofaro fu anche tratto in arresto, rimanendo in carcere, a Santa Maria Capua Vetere, prima di tornare in libertà, dopo 17 giorni, su decisione del tribunale del Riesame; decisione confermata anche dalla Cassazione con il riconoscimento che non era necessaria la custodia cautelare.
La Terza Sezione Penale, presieduta dal giudice Luciana Crisci con a latere Valerio Riello e Luca Vitale, ha inoltre inflitto 7 anni di reclusione al progettista Guglielmo La Regina, da cui prende il nome l’inchiesta “The Queen” (“La Regina”) e Pasquale Sommese, ex assessore regionale; 5 anni e 4 mesi per Alessandro Zagaria, per l’ex sindaco di Alife Giuseppe Avecone, Raffaele Zoccolillo, Domenico Antonio Ranauro; 3 anni e 4 mesi di reclusione per Antonio Sommese. Assolti l’ex sindaco di Casapulla Ferdinando Bosco e altri trenta imputati. I condannati sono stati interdetti dai pubblici uffici per tre anni e sono stati condannati a risarcire le parti lese. – continua sotto –
La Guardia di Finanza, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, eseguì 69 ordinanze di custodia cautelare per corruzione, turbativa d’asta e concorso esterno in associazione mafiosa col clan camorristico che fa capo ai Zagaria di Casapesenna. L’inchiesta riguardava gare di appalto pubbliche realizzate in diversi comuni campani, come quelli casertani di Alife, Francolise, Riardo, Aversa e quelli napoletani di Pompei e San Giorgio a Cremano.