Ritrovato il corpo senza vita di Giulia Cecchettin, la giovane scomparsa sabato scorso insieme all’ex fidanzato Filippo Turetta. Il cadavere è stato ritrovato durante le ricerche nella zona del Lago di Barcis, in Friuli Venezia Giulia. – continua sotto –
Intanto, ancora non si sa nulla di Filippo. Fonti qualificate hanno confermato all’Ansa il passaggio della sua auto, una Fiat Punto, mercoledì in Austria. La vettura è stata registrata dal targa-system a Lienz, nel Tirolo orientale. Ieri il 22enne, ex fidanzato della studentessa di Vigonovo, era stato iscritto nel registro degli indagati per tentato omicidio dopo che è stato trovato un video, ripreso sabato notte nella zona industriale di Fossò, in cui colpisce a mani nude la ragazza, mentre i due litigano in macchina. Poi nel filmato si vede Giulia Cecchettin che cerca di scappare, lui che la rincorre e la colpisce ancora, fino a farla stramazzare a terra.
Alla fine del video, la giovane è sanguinante e Filippo Turetta la carica di peso in auto, nella sua Fiat Punto nera che poi si dilegua nella notte e che ancora non è stata localizzata. La Procura di Venezia ha così iscritto Turetta nel registro delle indagini, disposto una perquisizione – durata tre ore e mezza – nella sua casa di famiglia a Torreglia, in provincia di Padova, e diramato un avviso di ricerca anche a livello internazionale.
Dopo sette giorni di ricerche è stato quindi trovato il corpo della ragazza: era in un canalone lungo la strada che dal lago di Barcis conduce alla stazione turistica di Piancavallo (Pordenone), in località Pian delle more. La zona è stata completamente interdetta al traffico per un tratto di circa otto chilometri ed è sorvolata dagli elicotteri per verificare la presenza eventuale dell’auto di Filippo Turetta. – continua sotto –
Le ricerche, hanno spiegato gli investigatori, erano riprese stamattina nella zona del lago di Barcis non su imput specifici ma seguendo la procedura dei controlli, anche dopo esiti inizialmente negativi. La zona di Barcis, infatti, si trova lungo la direttrice che avrebbe seguito nella fuga – tracciata dai varchi elettronici – la Fiat Punto nera di Turetta. Le ricerche si erano quindi concentrate lungo l’asse, tra Veneto e Friuli, che va da Dolo e quindi dal fiume Brenta al lago di Barcis.
Vigili del fuoco, carabinieri e una settantina di volontari della Protezione civile si erano suddivisi gli incarichi con cani molecolari, squadre speleo-alpino-fluviali e sommozzatori pronti a entrare in azione. Utilizzato anche un elicottero dei pompieri e dei droni. Le verifiche erano state estese anche all’impervia strada secondaria che collega il lago di Barcis con la località turistica del Piancavallo e lungo l’intera strada regionale 251, fino alla diga del Vajont e al confine con il Veneto.
Il fascicolo, aperto inizialmente per scomparsa di persona, ieri si è tramutato in un’inchiesta per tentato omicidio, aggravato perché commesso dal sospettato verso una ragazza con la quale aveva un legame affettivo. E ora probabilmente l’accusa cambierà ancora. La preoccupazione sul destino di Giulia Cecchettin stava crescendo da giorni. Si sapeva che le perlustrazioni, mai interrotte, lungo i fiumi e i corsi d’acqua di mezzo Nordest erano ormai mirate a ritrovare un corpo. Molto probabilmente perché gli investigatori erano già in possesso del video delle telecamere di videosorveglianza dello stabilimento della Dior a Fossò, 6 chilometri da Vigonovo, casa dei Cecchettin, in una strada vicino alla quale sabato notte una cella telefonica aveva agganciato il cellulare di Turetta e dove erano state trovate macchie di sangue e tracce di capelli. – continua sotto –
Inoltre, dopo il primo ritratto di un Filippo Turetta che mai avrebbe potuto rappresentare un pericolo per Giulia, nel corso dei giorni sono emerse altre testimonianze che invece queste preoccupazioni le avevano colte. “Giulia aveva confidato alle amiche di aver avuto paura di Filippo in varie occasioni, ma a me non aveva detto nulla”, ha raccontato la sorella Elena.