Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha emesso quattro condanne a conclusione del processo per i permessi illegittimi rilasciati dal Comune di Marcianise (Caserta) ai vertici della società Interporto Sud-Europa (Ise). – continua sotto –
In particolare, il collegio della prima sezione penale presieduto dal giudice Francesco Ciocia ha condannato ad un anno ed 8 mesi di reclusione l’ex dirigente dell’ ufficio tecnico del comune di Marcianise Gennaro Spasiano, ad un anno e 5 mesi il patron dell’Interporto Sud Europa Giuseppe Barletta.
I magistrati hanno poi inflitto un anno all’amministratore delegato dell’Ise Antonio Campolattano e al direttore commerciale Nicola Berti, per il quale il sostituto della Procura di Santa Maria Capua Vetere Sergio Occhionero aveva chiesto l’assoluzione.
Gli imputati rispondevano a vario titolo dei reati di abuso d’ufficio, falso ideologico e violazione della normativa urbanistica. Barletta e Campolattano (difesi da Mauro Iodice) sono stati assolti per alcuni capi di imputazione ottenendo il dissequestro di un capannone. – continua sotto –
La vicenda riguarda i permessi a costruire, ritenuti illegittimi, rilasciati dal Comune di Marcianise alle società del gruppo imprenditoriale facente capo a Barletta per la realizzazione di capannoni industriali nell’area dell’Interporto Sud-Europa, piattaforma per la logistica e il trasporto merci tra le più grandi del Mezzogiorno, che si trova nei comuni casertani di Maddaloni e Marcianise.
Per l’accusa i permessi erano illegittimi in quanto emessi in assenza di preventiva approvazione della variante urbanistica; tali permessi avrebbero consentito a Barletta di realizzare una speculazione edilizia, realizzando all’Interporto capannoni poi venduti a multinazionali.
A Spasiano è stato contestato di aver emesso i permessi sulla base di una delibera del commissario straordinario del Comune di Marcianise del 2016, cosa che non poteva fare non avendo la delibera valore di provvedimento; altro profilo di illegittimità riguarda la convenzione del 2016 firmata dallo stesso Spasiano con la società di Barletta, su cui si basano i permessi a costruire; una convenzione ritenuta illegittima perché mai approvata dal Consiglio Comunale.