L’ultimo saluto a Giulia Cecchettin, il vescovo ai giovani: “Potete amare meglio e di più”

di Redazione

Celebrati a Padova, nella basilica di Santa Giustina, i funerali di Giulia Cecchettin, la studentessa 22enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, arrestato dopo una fuga in Germania. 1200 le persone in chiesa, oltre 8mila all’esterno che hanno seguito la cerimonia dai due maxischermi installati. – continua sotto –

L’arrivo in chiesa – Il feretro bianco, coperto di rose bianche, è arrivato sul sagrato della basilica accolto dai sacerdoti di Vigonovo e Saonara, luoghi che hanno visto crescere la giovane, e dai familiari di Giulia, papà Gino, la sorella Elena e il fratello Davide. Sui loro vestiti un fiocco rosso, simbolo della lotta alla violenza contro le donne. Fiocco che stato distribuito anche alle persone presenti nella Basilica. Migliaia le persone presenti fuori in piazza per stringersi alla famiglia di Giulia.

Prima lettura affidata alla migliore amica di Giulia – È stata Giulia Zecchin, 22 anni, migliore amica di Giulia, a leggere la prima lettura durante il funerale della giovane. La famiglia ha voluto che venisse data lettura di un passo dal libro del profeta Isaia. “Un germoglio spunterà dal tronco di lesse, un virgulto – recita l’incipit – germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore”.

Il vescovo: “Trasformare il dolore in impegno” – Monsignor Claudio Cipolla, vescovo di Padova, durante l’omelia ha detto: “La conclusione di questa storia lascia in noi amarezza, tristezza, a tratti anche rabbia, ma quanto abbiamo vissuto ha reso evidente anche il desiderio di trasformare il dolore in impegno per l’edificazione di una società e un mondo migliori, che abbiano al centro il rispetto della persona, donna o uomo che sia, e la salvaguardia dei diritti fondamentali di ciascuno, specie quello alla libera e responsabile definizione del proprio progetto di vita”. “Non avremmo voluto vedere quello che i nostri occhi hanno visto né avremmo voluto ascoltare quello che abbiamo appreso nella tarda mattinata di sabato 18 novembre. Per sette lunghi giorni avevamo atteso, desiderato e sperato di vedere e sentire cose diverse. E invece ora siamo qui, in molti, con gli occhi, anche quelli del cuore, pieni di lacrime e con gli orecchi bisognosi di essere dischiusi a un ascolto nuovo”. – continua sotto –

“Custodiamo la voglia di vivere di Giulia” – “Il sorriso di Giulia – ha aggiunto il vescovo – mancherà al papà Gino, alla sorella Elena e al fratello Davide e a tutta la sua famiglia; mancherà agli amici ma anche a tutti noi perché il suo viso ci è divenuto caro”. “Custodiamo, però, la sua voglia di vivere, le sue progettualità, le sue passioni. Le accogliamo in noi come quel germoglio di cui parla il profeta. Perché desideriamo insieme attendere la fioritura del mondo nel quale finalmente anche i nostri occhi saranno beati”.

“Pace anche per Filippo” – Poi ha rivolto un pensiero anche a Filippo Turetta: “Chiediamo la pace del cuore anche per Filippo e la sua famiglia”. “Il nostro cuore cerca tenerezza, comprensione, affetto, amore. La pace del cuore è pace con se stessi, con il proprio corpo, con la propria psiche, con i propri sentimenti soprattutto quelli che riguardano il senso delle azioni che compiamo e il senso della vita”, ha sottolineato il vescovo, aggiungendo che “il nostro cuore è il luogo dove il Vangelo e la Pasqua di Gesù di Nazareth bussano con delicatezza pronti a dispiegare la loro forza umanizzante”.

“Voi giovani amate meglio e di più” – “Nella libertà potete amare meglio e di più: questa è la vostra vocazione e questa può e deve diventare la vostra felicità!”, ha detto, rivolto ai giovani, monsignor Cipolla. “L’amore non è un generico sentimento buonista. Non si sottrae alla verità, non sfugge la fatica di conoscere ed educare se stessi. È empatia che genera solidarietà, accordo di anime e corpi nutrito di idealità comuni, compassione che nell’ascolto dell’altro trova la via per spezzare l’autoreferenzialità e il narcisismo”, ha aggiunto. – continua sotto –

L’abbraccio delle istituzioni – Il padre della giovane vittima ha ricevuto l’abbraccio di altri rappresentanti delle istituzioni, tra cui il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il presidente del Veneto Luca Zaia, e il sindaco di Padova, Sergio Giordani, oltre ad altre personalità della politica, e amici della famiglia. Nordio ha salutato anche i fratelli di Giulia, Elena e Davide. Un pensiero anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia delle Stelle al merito del lavoro al Quirinale: “Il valore e il rispetto della vita vanno riaffermati con determinazione in ogni ambito, circostanza e dimensione, in questo momento in cui sono in corso i funerali di Giulia Cecchettin”.

“Trasformare la tragedia in cambiamento” – “Dobbiamo trasformare la tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia è stata sottratta in maniera crudele, ma la sua morte può e deve essere il punto di svolta per mettere fine alla terribile piaga della violenza sulle donne”. Così Gino Cecchettin, il padre di Giulia, nel suo messaggio letto al termine del funerale della ragazza nella Basilica di Padova. “Cara Giulia è il momento di lasciarti andare, salutaci la mamma. Impareremo a danzare sotto la pioggia. Grazie per questi 22 anni”. “Io ti amo tanto, e anche Elena e Davide di adorano, Io non so pregare, ma so sperare. Voglio sperare insieme a te a alla mamma, e a tutti voi qui presenti, che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite, e un giorno possa germogliare, e produca il suo frutto di amore, di perdono, e di pace. Addio Giulia, amore mio”.

“Il femmincidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime di coloro che avrebbero dovuto amarle; invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi, fino a perdere la loro libertà, prima di perdere anche la vita. Come può accadere tutto questo. Come può essere successo a Giulia?”. È la riflessione di Gino Cecchettin, che ha aggiunto: “Ci sono tante responsabilità ma quella educativa coinvolge tutti. Mi rivolgo per primi agli uomini: per primi dobbiamo dimostrare di essere agenti di cambiamento, contro la violenza di genere”.

La sorella: “Ti vedo in cielo con mamma” – “Guardo il cielo e ti vedo in mezzo alle stelle, che fai a metà di un gelato con la mamma. Prima o poi ci rivedremo, lo prometto, ma fino a quel momento so che sarai con me, perché sei il mio angelo custode, perché in fin dei conti lo sei sempre stato”. È il saluto di Elena alla sorella Giulia Cecchettin, durante il momento di preghiera.

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