Positano, sequestrato resort di lusso sull’isolotto Li Galli

di Redazione

Sarebbe stato addirittura modificato l’assetto dei ruderi di origine romana che si trovano su Li Galli, l’isolotto della Costiera amalfitana patrimonio dell’umanità che si affaccia su Positano, per costruire un resort di lusso. – continua sotto –

A sostenerlo è la Procura di Salerno che, nell’ambito di un’indagine condotta dalla sezione operativa navale della Guardia di Finanza si è vista accogliere parzialmente dal gip la richiesta di sequestro.

Nel 1924 il coreografo e ballerino russo Léonide Massine acquistò l’arcipelago, facendo costruire una villa che l’architetto Le Corbusier abbellì. La proprietà passò poi ad un altro celeberrimo ballerino russo, Rudolf Nureyev, che l’acquistò nel 1989: fu venduta poco dopo la sua morte, avvenuta nel 1993.

Il giudice ha disposto i sigilli per un’area benessere, per un attracco per i natanti, per le passerelle, per dissalatori e generatori e per il terreno su cui sono stati trovati ma nella richiesta formulata dagli inquirenti si parla anche di modifica dell’assetto urbanistico che investe, oltre che le vestigia romane dell’isola, anche alcune abitazioni modificate e prive di condono che sorgono su aree sottoposte a vincolo archeologico, paesaggistico e monumentale. – continua sotto –

Il resort che è stato realizzato sull’isola patrimonio dell’Unesco, ampiamente pubblicizzato sul web, è composto – viene spiegato – da abitazioni ciascuna dotata di piscina, di ristorante, centro benessere, strade di collegamento interne su cui ci si sposta con minicar elettriche, e anche da un eliporto e una chiesa. Tutto sarebbe stato costruito, però, senza che fossero stati richiesti permessi e autorizzazioni agli uffici competenti.

“Il provvedimento ablatorio – si legge in una nota a firma del procuratore di Salerno Giuseppe Borrelli, che annuncia appello al tribunale del Riesame – ha disatteso la ricostruzione effettuata dalla Procura della Repubblica che riteneva sussistente il reato di lottizzazione abusiva, con aggravio del carico urbanistico, ritenendo le opere di collegamento e urbanizzazione, sicuramente illegittime ma asservite al funzionamento dei manufatti… le cui nuove volumetrie realizzate appaiono non particolarmente significative”.

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