Aversa, la “Rota degli Esposti” sopravvive grazie ai volontari e nell’indifferenza delle amministrazioni

di Antonio Arduino

Aversa (Caserta) – Ha compiuto 20 anni dal restauro avvenuto nel 2004 il museo della “Rota degli Espositi”, in via Roma. In un locale posto al piano terra facente parte del complesso della Real Casa Santa dell’Annunziata. – continua sotto –

Con una conferenza stampa tenuta il 20 aprile 2008 al bar “Il Boschetto” l’allora presidente del sodalizio “Aversa Donna”, Nunzia Orabona, presentava alla città un pezzo di storia poco conosciuta dagli stessi aversani che aveva potenzialità di attrarre il turismo culturale. Cosa avvenuta nell’arco degli anni, soprattutto grazie alla attività volontaria dei componenti del sodalizio “Aversa Donna” che hanno tenuto aperto il museo nei fine settimana, in occasioni particolari e per visite turistiche programmate.

Un punto che è giusto sottolineare, quello del lavoro gratuito, perché, com’è è possibile leggere dalla tabella posta all’esterno dell’ingresso del museo, che elenca i tanti patrocini ottenuti dalla iniziativa che non solo gratifica Aversa ma anche la Provincia e, probabilmente la Regione, essendo praticamente l’unica ancora esistente sul tema, non riceve alcun aiuto da nessuno. A dimostrarlo è l’indifferenza persino dell’amministrazione comunale nei confronti delle condizioni in cui si trova il muro su cui apre l’ingresso del museo.

La mancanza di intonaco, visibilissima, che si è prodotta nel corso del tempo diventa sempre più ampia dando la misura, a chi decidesse di visitare Aversa anche per vedere il museo della Rota degli Espositi, dell’attenzione che le amministrazioni comunali hanno per l’immagine di Aversa, già mortificata dal fatto che l’orologio di Porta Napoli, simbolo della città, è fuori uso da anni e che nessuna amministrazione pensa sia opportuno rimettere in funzione malgrado si pensi di festeggiare i mille anni dalla fondazione della città. Un evento che potrebbe richiamare molti turisti ai quali poi verrebbe offerta la visione di una città “distratta”.

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