Marcianise (Caserta) – Accolta dal Consiglio di Stato la tesi del Comune di Marcianise per la bonifica dell’ex Leghe Leggere, opificio dismesso più di 20 anni fa nella zona industriale Asi Marcianise Sud. Termina così il ping pong di responsabilità tra cambi di proprietà e curatori fallimentari. – continua sotto –
Il Comune, rappresentato dinanzi al massimo organo amministrativo dello Stato dall’avvocato Domenico Santanastaso, attraverso un’ordinanza sindacale aveva chiesto, individuando nel curatore fallimentare il soggetto obbligato sebbene insistesse sull’area un sequestro penale, l’immediata rimozione e smaltimento di centinaia di metri cubi di rifiuti presenti nelle aree aperte e all’interno dei capannoni dello stabilimento senza mai ottenerne l’adempimento.
A dirimere questa spinosa vicenda è stata appunto la sentenza n.9928 emessa dalla sezione IV del Consiglio di Stato che ha riconosciuto l’obbligo in questo caso del soggetto che amministra il patrimonio fallimentare in ogni caso della rimozione dei rifiuti. A quantificare nel 2014 e nel 2016 in due distinti sopralluoghi l’entità e la tipologia dei rifiuti pericolosi e speciali erano stati i tecnici dell’Arpac che avevano rinvenuto all’interno dell’opificio residui di lavorazione come scorie di fusione e fanghi ma anche ferro, acciaio, alluminio, bombole e pneumatici.
“Si tratta di una vittoria importante – ha affermato il vicesindaco e assessore all’Ambiente Pasquale Salzillo (nella foto) – che ci consente di attivare tutte le procedure per ottenere finalmente la bonifiche di quell’opificio dismesso che oggi ha anche un proprietario. Immediatamente sarà effettuato un nuovo sopralluogo per verificare la condizione in cui versa attualmente l’area dove probabilmente nel corso degli ultimi anni sono stati anche disinstallati gli impianti che consentivano l’attività di recupero e trattamento dei rifiuti. Seguiremo attentamente questa vicenda fino alla sua definitiva risoluzione. E’ una buona notizia per Marcianise. Questa affermazione del Consiglio di Stato, in verità non del tutto nuova, rafforza le sentenze già emesse nel recente passato consegnando agli Enti locali uno strumento concreto per ottenere in tempi definiti le bonifiche anche nel caso in cui le aree interessate siano oggetto di sequestro o amministrazione da parte dell’autorità giudiziaria”.