Sette colpi di pistola che avrebbero cambiato per sempre la storia di Pollica. Era la notte del 5 settembre 2010 quando il “sindaco pescatore” Angelo Vassallo fu ucciso da una mano tuttora ignota. Oggi, a quattordici anni di distanza, un tentativo ulteriore di far luce sulla vicenda. – continua sotto –
Come riportato da alcuni organi di stampa, il procuratore capo di Salerno Giuseppe Borrelli ha interrogato per ben undici ore il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, indagato da circa un anno e mezzo con l’accusa di concorso in omicidio volontario e anche di depistaggio delle indagini.
Secondo la pista battuta dagli inquirenti, l’omicidio di Vassallo sarebbe stato ordito da un cartello criminale che comprendeva narcotrafficanti, imprenditori e uomini dell’arma per evitare che il sindaco denunciasse quanto aveva scoperto sui traffici di droga ad Acciaroli. In tutto gli indagati sono nove.
Cagnazzo, oggi in servizio a Roma, è stato protagonista per anni delle indagini sui clan di Napoli e provincia. Ha scelto di rispondere alle domande di Borrelli respingendo le accuse. Iscritto nel registro degli indagati anche il carabiniere Lazzaro Cioffi, attendente di fiducia di Cagnazzo, in passato condannato per fatti legati proprio alla droga e per collusione con i clan di Caivano.
Solo poche settimane fa avevano avuto grossa risonanza i verbali con le dichiarazioni del boss del narcotraffico Raffaele Imperiale proprio sulle connessioni locali tra la malavita e uomini dell’Arma sullo sfondo dell’omicidio del sindaco.
Nella foto, a sin. Vassallo, nel riquadro (da sin.) Cagnazzo e Cioffi