Addio al maestro Antonio Lupoli: lutto nel mondo dell’arte atellana

di Antonio Taglialatela

Lutto nel mondo dell’arte e della cultura campana, in particolare dell’area atellana. Si è spento, all’età di 72 anni, il pittore Antonio Lupoli, autore di numerose personali e collettive ispirate all’impressionismo e mirate ad esternare quanto di più profondo, spontaneo, genuino ci fosse nell’esistenza umana. – continua sotto –  

Lascia la moglie Giuseppina Augusta Dell’Aversano, i figli Susy, Anna e Nicola, quest’ultimo anch’egli pittore e autore di tante mostre insieme al padre, ben otto fratelli e una grande famiglia. La camera ardente sarà allestita oggi, lunedì 26 febbraio, nella casa funeraria “Ziello”, ad Orta di Atella (Caserta), in via Bartali 30, mentre le esequie celebrate alle ore 16.30 nella parrocchia di San Simeone a Frattaminore (Napoli).

Nato a Napoli nel 1952, il maestro Lupoli ha ricevuto le nomine di Professore dall’Accademia del Verbano, Professore e Maestro d’Arte dall’Accademia dei Dioscuri, Cavaliere del Fiorino, Ambasciatore dell’Arte Italiana nel Mondo, oltre a numerosi premi: L’Ercole di Brindisi; Gran Premio Cavaliere dell’Isola di Malta 2009 e Gran Premio Unità d’Italia 2011 dall’Accademia dei Dioscuri. E’ stato recensito da noti critici e scrittori, fra cui Weettinger e Luciano De Crescenzo, che si è espresso così: “Ho incontrato nelle sue immagini una freschezza, una genuina partecipazione all’esistenza, un senso della vita come di altri tempi”.

La pittura di Lupoli è stata sempre puramente figurativa, spesso raffigurante un sogno, un’idea di donna, un’idea di urbe, non “naif” nel senso più stretto perché l’autore era saldamente legato alla realtà che lo circonda, immerso come in attività di alto rispetto alla pittura stessa, non simbolica, perché nel pittore non c’era la volontà della meta, ma la cronistoria di un racconto. La pittura di Lupoli narrava una sorta di spazio libero, un’isola, rifugio dove il pittore sceglie di essere sé stesso e farsi trasportare dall’estero dei colori dell’umore e dei ricordi, e poi in un giardino di serenità. C’è candore nella sua pittura, non animosità, violenza, un linguaggio piano lento di pennellate non aggressive, laddove invece nella vita di tutti i giorni l’uomo ha un linguaggio rapido convulso quasi affannoso. Dunque, la pittura come una piccola barca che veleggia nel mare della tranquillità, lontana dalla preoccupazione, dai disagi, dalle angosce del quotidiano. – continua sotto –  

Figurativo della genia degli spontaneisti, Lupoli è stato narratore autodidatta della sua realtà. Interessante esempio di simbiosi con una cultura della provincia che mantiene salde le sue radici, egli si prestava a raccogliere impressioni e paesaggi ed a riferirle su tela. Non per questo “pittore della domenica”, si distingueva dal tuttologismo imperante in questa categoria spesso svalutata, per la sovrappopolazione di mestieranti, grazie alla sua sincerità ispirativa.

Causa eclatante di pittore che ama più i suoi quadri che la sua vanità, Lupoli meritava una personale ed una rispettosa attenzione, soprattutto nel suo comprensorio, per la capacità di esprimere, senza tecnica, valori di immagine che sono comuni a quanti abitano e vivono quella realtà. Un’interazione con l’ambiente che lo circonda e che lo ha senz’altro ispirato: un’occasione dialettica per chi, con un senso di fierezza e ancora più di pudore, si apriva al dialogo con la sua comunità.

Sito web dell’artista: www.lupart.it

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