Confisca Sonrisa, 300 lavoratori protestano in corteo. Netta la sindaca: “La famiglia Polese non può restare”

di Redazione

Dopo la confisca della “Sonrisa” stamattina, a Sant’Antonio Abate (Napoli), si è tenuto un corteo di protesta dei dipendenti partito dalla struttura ricettiva e arrivato fino al comune. – continua sotto –  

I circa 300 lavoratori (tra diretto e indotto) della struttura, nota anche come “Il Castello delle Cerimonie”, dal titolo del famoso programma televisivo, chiedono lumi sul loro futuro alla sindaca Ilaria Abagnale. Al loro fianco l’attrice Maria Grazia Cucinotta: “In un posto così, dove non c’è lavoro, – ha detto – questa è un’oasi nel deserto. Vanno difesi i lavoratori che qui hanno costruito il loro futuro e quello delle loro famiglie”. Imma Polese, figlia del capostipite Antonio, il “boss delle cerimonie” della televisione, non ha partecipato al corteo.

Da parte sua, la sindaca ha assicurato che farà il possibile per salvaguardare i livelli occupazionali, spiegando ai lavoratori che al momento anche l’Amministrazione comunale di Sant’Antonio Abate non è a conoscenza di termini, condizioni e tempistiche con cui si svolgeranno le operazioni di acquisizione del bene al patrimonio comunale. Ai lavoratori tutta l’amministrazione comunale ha manifestato vicinanza e solidarietà, perché La Sonrisa è considerata per la città una grande fonte attrattiva per il turismo delle cerimonie e fonte di ricchezza per i cittadini.

Come già annunciato nei giorni scorsi, Abagnale ha personalmente chiesto un incontro al prefetto di Napoli, Michele di Bari, per illustrargli tutte le problematiche connesse all’esecuzione della sentenza di confisca. Ma ha chiarito: “La famiglia Polese non potrà più gestire la struttura. Sono al vaglio le ipotesi di abbattimento, rigenerazione urbana ad indirizzo sociale o l’opportunità di una gestione esterna con interesse pubblico”.

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