Assolto, perché il fatto non sussiste, V.S., 72 anni, di Qualiano (Napoli), imputato dinanzi al Tribunale di Napoli Nord per l’intestazione fittizia di una società di vigilanza armata, ritenuta legata alla fazione Bidognetti del clan dei Casalesi, operante dal 2010 nelle province di Napoli e Caserta e sottoposto a divieto di dimora in Campania nell’ambito di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea. – continua sotto –
Dall’istruttoria dibattimentale è emerso che l’uomo acconsentì all’intestazione delle società dove lavorava realmente come operatore per la promessa degli amministratori di fatto di evitare i turni notturni che svolgeva in precedenza e di uno stipendio regolare, e che non comprendesse i rischi e le responsabilità legate all’assunzione formale di una carica societaria.
Nel processo, ed in particolare durante la precedente lunga e articolata attività di intercettazioni telefoniche, come rilevato dall’avvocato Giuseppe Andreozzi di Aversa, che difendeva il 72enne, non sono emerse conversazioni dell’uomo con altri soggetti diversi dai suoi datori di lavoro dalle quali sia affiorata una sua presunta consapevolezza che stesse lavorando e ricoprendo le cariche per conto del clan, né che quest’ultimo impartisse direttive all’interno delle società in questione.
Unico condannato, a tre anni di reclusione, è stato un 61enne, cognato del collaboratore di giustizia Raffaele Bidognetti, figlio del boss Francesco Bidognetti, alias “Cicciotto ‘e Mezzanotte”.