A seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento, i militari della sezione di Polizia giudiziaria dei Carabinieri presso la Procura di Benevento e del comando provinciale della Guardia di Finanza del capoluogo sannita, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per un valore complessivo di 2 milioni e 234.545,31 euro, tra beni immobili, mobili e disponibilità finanziarie, nei confronti di un beneventano accusato circonvenzione di persone incapaci a danno di un anziano ricoverata in una casa di riposo di cui lo stesso era il direttore. – continua sotto –
La complessa attività di indagine, coordinata dalla Procura sannita, trae origine dalla querela sporta dai prossimi congiunti della vittima, deceduta pochi mesi dopo il ricovero in una casa di riposo di Apice, con la quale lamentavano che il testamento olografo, con il quale l’anziano avrebbe nominato quale erede universale il direttore della casa di cura, era stato redatto proprio il giorno prima dell’ingresso nella struttura. Inoltre, nelle poche occasioni in cui avevano potuto incontrare di persona il defunto cugino presso la struttura, lo avevano trovato seduto su una sedia a rotelle, con la costante presenza del direttore alle sue spalle.
L’anziano era apparso in stato confusionale, non riuscendo ad articolare un discorso completo sia durante gli incontri sia nel corso delle conversazioni telefoniche, quasi come fosse imbambolato. E aveva anche lasciato presso la sua abitazione un altro testamento olografo a favore di un fratello, però deceduto prima di lui, con alcuni appunti circa le somme da lui possedute.
Le indagini si articolavano nell’assunzione di sommarie informazioni da persone vicine all’anziano, nell’acquisizione di documentazione medica al fine di verificare le condizioni di salute della stessa, emergendo dagli atti uno stato di deficienza psichica derivante da episodi di confabulazione per i quali era stata prescritta terapia con farmaci antipsicotici. – continua sotto –
La consulenza grafologica eseguita sul testamento olografo consentiva di appurare come il documento fosse stato redatto sotto dettatura, a più riprese, e non fosse il frutto della volontà dell’anziano che non avrebbe compreso il significato delle disposizioni testamentarie sottoscritte in favore del direttore della casa di cura dove veniva ricoverato il giorno successivo alla redazione.
I militari della Guardia di Finanza, analizzando la copiosa documentazione bancaria acquisita, quantificavano il valore del patrimonio ereditario, costituente il profitto del reato oggetto del provvedimento di sequestro. In particolare, ne individuavano precisamente i beni mobili, immobili e gli strumenti finanziari di cui si componeva e verificavano il percorso seguito da tali beni che, a seguito del decesso dell’anziano, entravano per successione ereditaria nella piena disponibilità del direttore della casa di cura.
La componente prevalente del patrimonio ereditario oggetto di sequestro risulta costituita da un investimento in un fondo finanziario, per l’ammontare di circa 1 milione e 783.454,80 euro. IN ALTO IL VIDEO