E’ polemica sul presunto dossieraggio subito da centinaia di personalità, le cui operazioni bancarie e dichiarazioni dei redditi sarebbero state passate al setaccio del finanziere Pasquale Striano e dal pm Antonio Laudati, entrambi all’epoca dei fatti in servizio alla Procura nazionale antimafia. Ancora è chiaro chi ordinasse queste ispezioni e con quali finalità. Vengono, invece, alla luce i nomi di chi ha subito l’incursione informatica. A rendere noti almeno 300 nomi “spiati” è stato il quotidiano “La Verità”: ci sono politici, vip, imprenditori e burocrati.
Il nucleo Sos (segnalazioni operazioni sospette), è uno strumento fondamentale per le indagini condotte dalle procure Antimafia. Ma, secondo la procura di Perugia, che ha avviato l’inchiesta dopo una denuncia, risalente allo scorso agosto, del ministro della Difesa, Guido Crosetto, sarebbe stato utilizzato per tutt’altri fini. Tra i politici figurano personaggi di primo piano, soprattutto di centrodestra, come il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, i ministri delle Imprese, Urso, dell’Agricoltura, Lollobrigida, del Lavoro, Calderone, dell’Istruzione, Valditara, dell’Ambiente, Fratin, il sottosegretario leghista Durigon e il vicepresidente della Camera, Rampelli, i governatori della Liguria, Giovanni Toti, e della Calabria, Roberto Occhiuto.
Nel mirino anche gli ex premier Matteo Renzi (Italia Viva) e Giuseppe Conte (Movimento 5 Stelle) e le compagne di Matteo Salvini, Francesca Verdini, e di Silvio Berlusconi, la deputata Marta Fascina. Ci sono anche personaggi dello spettacolo come Fedez e l’agente Lucio Presta, dello sport come Francesco Totti, Massimiliano Allegri, Andrea Agnelli e Cristiano Ronaldo, dell’economia come il numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi, dell’imprenditoria come l’armatore Gaetano Aponte, Letizia Moratti, Fabrizio Centofanti, oltre al presidente dell’Osservatorio Giovani-Editori, Ceccherini. Ma ci sono anche personalità estere, del Vaticano, medici, dirigenti statali e protagonisti di cronaca giudiziaria.
Incrociando le date di accesso agli archivi sui conti correnti, giudiziari e anagrafici, emergerebbe un incrocio con eventi importanti nella vita delle persone spiate e in alcuni casi con fughe di notizie ad orologeria. Fedez, ad esempio, era impegnato nella campagna a favore della legge Zan contro l’omofobia. L’interesse per gli affari di Guido Crosetto diventa altissimo proprio quando si appresta a tornare alla politica attiva, da ministro della Difesa. Massimiliano Allegri viene spiato nel momento in cui tornava ad allenare la Juventus. Ronaldo quando si stava preparando ai mondiali e a lasciare Torino. Alcune di queste informazioni avrebbero fornito materiale per articoli di giornale e, nel caso dell’ex pm Laudati, a quattro fascicoli pre-investigativi per “ragioni estranee al suo servizio”, almeno secondo l’ipotesi dell’accusa, che però l’interessato contrasta, dicendosi pronto a dare agli inquirenti tutte le spiegazioni necessarie.
Il finanziere, che ha ammesso gli accessi, dicendo che si trattava di una pratica abituale, era in forza alla Direzione nazionale antimafia, dove non lavora più ed è indagato per accesso abusivo a sistemi informatici. Dai primi accertamenti, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, è emerso che la sua attività non sarebbe stata motivata e supportata da richieste della magistratura. Non è escluso il coinvolgimento di altre persone che potrebbero aver avuto accesso ai dati delle Sos. All’epoca dei fatti il procuratore capo della Direzione nazionale antimafia era Federico Cafiero de Raho, oggi deputato del Movimento 5 Stelle, il quale nei mesi scorsi aveva già negato categoricamente l’esistenza di una centrale di dossieraggio interna alla Direzione nazionale antimafia.
Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e quello di Perugia, Raffaele Cantone, hanno chiesto un’audizione al Csm, al presidente della Commissione parlamentare antimafia e a quello del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica sulle vicende relative all’inchiesta sul cosiddetto dossieraggio. “Siamo di fronte a un attacco alla Repubblica e alla democrazia”, scrive la Lega in una nota chiedendo che vengano ascoltati anche i vertici presenti e passati della Guardia di Finanza e dell’Antimafia.