Sequestrati oltre 10 milioni a Dell’Utri: non avrebbe dichiarato i bonifici versati da Berlusconi

di Redazione

Sequestrati 10,8 milioni di euro a Marcello Dell’Utri. Il provvedimento è stato disposto dal gip di Firenze su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Firenze. Secondo l’accusa, l’ex senatore di Forza Italia, in quanto condannato per concorso esterno in associazione di tipo mafioso, avrebbe dovuto comunicare secondo la legge Rognoni Latorre, le variazioni patrimoniali per un ammontare di oltre 42 milioni e mezzo. Ma non lo avrebbe fatto. Da qui il sequestro preventivo finalizzato alla confisca. – continua sotto – 

Dell’Utri non avrebbe dichiarato ai fini fiscali un ammontare complessivo di 42.679.200 euro come variazione del reddito. L’importo, secondo la Procura, riguarderebbe i bonifici che l’allora leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, versò a Dell’Utri una volta condannato con decisione passata in giudicato, a seguito della sentenza della Corte di Cassazione del 9 maggio 2014, e depositata il 1° luglio 2014, per il reato di concorso esterno nel delitto di associazione di tipo mafioso.

Il sequestro preventivo è stato eseguito in forma diretta, sino alla concorrenza della somma di 10.840.451,72 euro riconducibile a Marcello Dell’Utri, nonché, per la quota parte di 8.250.000 euro della somma complessiva di 42.679.200 euro, anche indirettamente riconducibile all’ex senatore, per il tramite della moglie Miranda Anna Ratti, ovvero per equivalente sui beni nella disponibilità diretta e indiretta di Dell’Utri.

L’indagine in cui risulta emessa la misura cautelare reale, spiega la Dda fiorentina, “si inserisce nel quadro di procedimento penale oggetto di un più ampio coordinamento investigativo, portato avanti, in ambito nazionale, dalla Direzione Nazionale Antimafia, finalizzato all’individuazione dei mandanti esterni delle stragi continentali del 1993-1994”. Fino alla sua scomparsa, anche Berlusconi risultava indagato con Dell’Utri. – continua sotto – 

Nel corso del procedimento, spiega sempre la Dda, “sono stati condotti vari accertamenti concernenti i flussi finanziari che hanno riguardato Marcello Dell’Utri dal 2014 ad oggi. Secondo quanto sin qui emerso, questi, pur essendovi tenuto, in quanto condannato con decisione passata in giudicato, a seguito della sentenza della Corte di Cassazione del 9 maggio 2014, per il reato di concorso esterno nel delitto di associazione di tipo mafioso, ometteva di comunicare, entro i termini stabiliti dalla legge, le variazioni patrimoniali indicate nell’art. 30 della legge numero 646/1982 per l’ammontare sopra indicato, per come rideterminato dal giudice delle indagini preliminari”.

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