Sospettava che il figlio, che in più occasioni e senza motivo l’aveva maltrattata e aggredita fisicamente, volesse anche avvelenarla. – continua sotto –
La scoperta della 57enne, di un vero e proprio laboratorio realizzato dal figlio nella soffitta della loro abitazione, con tanto di ampolle e barattoli in vetro contenenti polveri di vario colore, l’ha indotta ad installare, all’interno della cucina, delle telecamere a circuito chiuso attraverso le quali, il 15 marzo scorso, ha osservato il figlio mentre aggiungeva della polverina bianca nella pentola del cibo e su una penna da lei normalmente utilizzata.
Analogo episodio è accaduto il 17 marzo quando il 35enne ha sorpreso il figlio mentre spruzzava del detersivo sul cibo a lei destinato. A quel punto, la donna, preoccupata per la propria incolumità e per gli atteggiamenti sospetti del figlio, ha denunciato l’accaduto ai carabinieri della Stazione di Vitulazio, nel casertano. Durante il suo racconto è emerso che, anche negli anni passati, la era stata vittima di aggressioni da parte del figlio che, in circostanze diverse, l’aveva colpita con pugni al volto e con una testata. Ed ancora di recente aveva minacciato di accoltellarla e di sparargli contro con una carabina a molla in suo possesso, munita di silenziatore artigianale e munizionamento composto da pallini in ferro.
A seguito della denuncia i carabinieri si sono recati presso l’abitazione dove hanno acquisito i filmati estratti dalle telecamere e sequestrato la carabina e le polverine presenti nel laboratorio artigianale, che verranno sottoposte ad analisi per stabilire la loro tossicità. Il 35enne è stato arrestato e condotto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia e minacce.