Piedimonte Matese celebra il bicentenario della nascita di Beniamino Caso

di Franco Terracciano

A Piedimonte Matese (Caserta), venerdì 10 maggio, all’auditorium comunale “Sveva Sanseverino”, in largo San Domenico, si onorerà il bicentenario della nascita di Beniamino Caso (San Gregorio, 11 maggio 1824 – Piedimonte d’Alife, 13 ottobre 1883), una delle figure più nobili e costruttivamente civili della storia di Terra di Lavoro. Prima della manifestazione, alle ore 9.45, sarà apposta una lapide sulla tomba della famiglia Caso.

Beniamino Caso fu promotore della garibaldina Legione del Matese, che ebbe fino a 435 componenti, quasi la metà dei Mille, ed un ruolo prezioso nella fase finale delicata della liberazione del Sud dal dominio borbonico del 1860 e del primo radicamento delle istituzioni liberali e nazionali in Terra di Lavoro e nelle province vicine.

Caso fu il primo prestigioso deputato della Provincia nel primo Parlamento nazionale a Torino, che proclamò solennemente e formalmente l’Unità d’Italia il 17 marzo 1861. Fu uno dei promotori della nascita del Club Alpino Italiano (Cai), nato nel 1863 su impulso del grande ministro Quintino Sella, di cui fu amico caro, e ne fu poi anche vicepresidente nazionale, (contribuendo a fondare la sezione di Napoli, che fu una delle prime d’Italia), insegnando agli Italiani la conoscenza, l’amore e la protezione delle loro belle e suggestive montagne, ricercate ed ammirate dai turisti di tutto il mondo. Fu tra i protagonisti e promotori del primo servizio meteorologico italiano, facendo nascere stazioni nelle aree della Provincia di Terra di Lavoro, di cui una, tutta a sue spese, sopra la cittadina di Piedimonte Matese e i cui strumenti si trovano nel prezioso Museo Civico di Piedimonte, che conserva anche la bandiera della citata Legione garibaldina, nel cui Auditorium si terrà la manifestazione.

Caso si legò personalmente (sposando anche una torinese) a quel mondo subalpino, divenuto sempre più europeo e moderno, specialmente a partire dal 1848 con il regime liberale e costituzionale del re Carlo Alberto, mantenuto e sviluppato dal figlio che gli successe, Vittorio Emanuele II, così nodale nella storia del Risorgimento (non a caso l’Altare della Patria è anche chiamato il ‘Vittoriano’ e nacque per onorarlo dopo la sua morte). Caso onorò il mondo subalpino, ripubblicando con traduzione dal latino e arricchimenti vari, la più classica monografia botanica sulla Val di Susa in collaborazione con il CAI locale e l’Orto Botanico di Torino. Ma non dimenticava la sua terra natale, di cui difendeva gli interessi e che rappresentava al Consiglio Provinciale di Terra di Lavoro (che era grande allora quasi come la Regione Campania, comprendendo anche i distretti di Gaeta, Sora e Nola), animando e promuovendo la modernizzazione scolastica, agricola, associativa, culturale. Il suo grande ideale era fare del distretto di Piedimonte come un altro piccolo Piemonte (avendo la stessa denominazione di aree ai piedi del Matese l’uno e delle Alpi l’altro), in termini di sviluppo civile, di prassi liberale e laica, di modernizzazione, di respiro europeo. Idealità e progetto sempre attuali.

L’iniziativa del 10 maggio è una rara ed esemplare iniziativa ‘corale’, che ha visto operare nella preparazione, con ‘spirito costruttivo’, il Comune, col suo operoso assessorato alla Cultura, l’Associazione Storica del Medio Volturno col suo dinamico Presidente, il Club Alpino Italiano locale, il Comitato provinciale dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, coinvolgendo la scuola con la Vice sindaca, che è anche dirigente scolastica del locale liceo, la Famiglia Caso, cortese per l’autorizzazione ad aggiungere una targa per il bicentenario della nascita sulla Tomba di Famiglia nel Cimitero di Piedimonte Matese. Se iniziative dello stesso tipo, in occasioni solenni di anniversari, fossero ripetute con lo stesso spirito e le stesse modalità nei vari Comuni per onorare le Figure veramente alte e nobili della loro storia, il tono civile di essi e della Provincia salirebbe di molto.

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