Agricoltori sotto tiro. Nelle campagne tra Villa Literno e Giugliano, a ridosso tra le province di Caserta e Napoli, continuano a ripetizione i furti di impianti di irrigazioni e dei vari macchinari agricoli, con gravi danneggiamenti alle case coloniche. Danni che ammontano a migliaia di euro, soprattutto quando vengono prese mira le coltivazione sotto le serre.
“E’ una guerra che ci vede sconfitti sempre. Investiamo migliaia di euro per riammodernare le nostre aziende e poi subiamo questi furti che ci mettono in ginocchio. Questa è una terra di nessuno, dove è diventato inutile anche fare le denunce pubbliche. Non c’è assolutamente sorveglianza del territorio e davvero non sappiamo più cosa fare. Hanno segato pure i pali dell’impianto di illuminazione installati dalla città metropolitana”, dichiara esasperato un agricoltore, che coltiva diverse moggia di terreno a pescheto nella zona che confina con la provinciale 62 che porta a Ischitella.
Alle spalle di questi campi fertilissimi s’innalzano le famigerate collinette di ecoballe che, seppure lentamente, si stanno svuotando. A pochi chilometri c’è il grande campo rom che si è stanziato abusivamente su un terreno di un imprenditore agricolo di Giugliano, Francesco Micillo, costringendolo ad abbattere il suo vigneto dove, al suo posto, i rom hanno fatto una discarica a cielo aperto.
I rom nel corso degli anni hanno portato via trattori, capannoni, gabinetti, cancelli, porte blindate. Micillo si è rivolto a carabinieri, prefetto, sindaco. Niente da fare. “Si sono insediate qui 1200 persone, praticamente un paese senza regole”, sbottano gli agricoltori. SOTTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA