Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Latina, Giulia Paolini, ha rinviato a giudizio la moglie, la suocera e i cognati di Aboubakar Soumahoro, accogliendo le richieste del pm Giuseppe Miliano che contesta agli imputati vari reati che vanno dalla bancarotta alla frode, fino all’autoriciclaggio.
Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo, moglie e suocera del deputato e sindacalista, erano già state rinviate a giudizio nell’ambito della tranche di indagini che le vede coinvolte per reati fiscali legati alla gestione di cooperative di supporto ai migranti.
L’inchiesta, che coinvolge anche i cognati Michel Rukundo e Alime Mutesi, è sulla gestione dei fondi pubblici erogati alla coop Karibu e al consorzio Aid.
Nell’udienza preliminare il gup ha ammesso la costituzione in parte civile dei Comuni di Sezze, Terracina, Roccasecca di Volsci, Latina, Pontinia, Aprilia, Monte San Biagio e Fondi, del sindacato Uiltuck, di 19 lavoratori ed ex dipendenti della coop Karibu e del consorzio Aid, del Codacons, del ministero dell’Interno, attraverso l’Avvocatura dello Stato, del consorzio Agenzia inclusione dei diritti e del commissario liquidatore della Karibu. Il processo inizierà l’11 giugno.
Secondo gli inquirenti, gli imputati avrebbero distratto fondi che erano stati erogati e destinati all’accoglienza dei migranti. Per questo motivo, il gip di Latina aveva disposto nei mesi scorsi anche un sequestro del valore di quasi due milioni di euro. In base a quanto ricostruito dalla Guardia di finanza, erano emerse, durante le indagini, disposizioni bancarie “prive di congrua giustificazione causale e comunque per finalità diverse da quelle alle quali era preposta la Karibu”.
In particolare, come si leggeva nell’ordinanza, le carte di credito delle cooperative per l’assistenza migranti sarebbero state utilizzate anche per “finalità private”, dai ristoranti alle gioiellerie, dai centri estetici all’abbigliamento, ai negozi di cosmetica.