Aversa (Caserta) – Quattro opere d’arte trafugate negli anni ‘90 dalla chiesa di San Domenico, recuperate dopo decenni dai carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e oggi riportate nel sacro luogo, di recente restaurato, che rappresenta uno dei monumenti più importanti della città di Aversa.
Si tratta di due dipinti di Francesco De Mura, risalenti al XVIII secolo, uno raffigurante proprio San Domenico, l’altro la Crocifissione con la Beata Vergine e Santi. Di particolare valore anche i due putti, sculture marmoree del XVII secolo collocate originariamente ai lati del tabernacolo del maestoso altare della chiesa domenicana fondata da Re Carlo II nel 1278.
Al recupero delle due tele si è giunti grazie al senso civico di un privato cittadino: “Dopo aver acquistato le opere tramite un antiquario della provincia di Avellino, questo cittadino ha iniziato a nutrire dubbi e ha chiesto accertamenti; da lì la scoperta che si trattava di tele rubate nel 1990 alla chiesa di San Domenico”, spiega il capitano Massimiliano Croce, Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli.
I due Putti, invece, sono stati individuati attraverso un’indagine durata qualche anno: “Grazie all’intuizione di un comandante di stazione di Roma-San Pietro furono individuati nel 2007 in un catalogo d’asta veneziano. Attraverso la banca dati del Gruppo Tutela Patrimonio Culturale, è stato scoperto che erano stati trafugati negli anni ‘90. Successivamente, sono stati trovati presso un collezionista privato di Roma”, fa sapere il tenente colonnello Andrea Ilari, comandante del Gruppo Tutela Patrimonio Culturale dei carabinieri per il Centro Sud Italia. A illustrare l’importanza delle opere ritrovate è Paola Coniglio, storica dell’arte della Soprintendenza di Caserta e Benevento, che sarà impegnata nelle prossime settimane per poter ricollocare i due putti sull’altare maggiore.
La restituzione è avvenuta nel corso di una cerimonia (in alto il video) alla presenza del vescovo della Diocesi di Aversa, Angelo Spinillo, e delle massime autorità istituzionali del territorio, tra cui il prefetto Giuseppe Castaldo che ha ricordato l’impegno del Fec, il Fondo edifici di culto del Ministero dell’Interno, per il recupero di numerosi beni di sua proprietà nel Casertano: “Sono 18 le chiese di proprietà del Fec presenti nella provincia di Caserta: di queste – sottolinea il prefetto Castaldo – ben quindici sono interessate da lavori di recupero tramite i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
“Si tratta indubbiamente di un notevole risultato di collaborazione tra le istituzioni civili ed ecclesiastiche. Quando si lavora bene insieme la vittoria è assicurata”, commenta monsignor Ernesto Rascato, delegato regionale per i Beni culturali ed ecclesiastici. “Si rientra in possesso di un patrimonio importante per tutta la comunità, non solo per il significato artistico ma soprattutto perché ogni opera d’arte è mezzo di condivisione e comunicazione di vita con tutti”, le parole del vescovo Spinillo.
Cenni Storici – Il Convento e la chiesa di S. Domenico di Aversa fu fondato da Re Carlo II sotto il pontificato di Niccolò III, nel 1278. La chiesa era dedicata a san Ludovico, Re di Francia. L’allora vescovo di Aversa Leonardo donava ai frati domenicani la chiesa di S. Antonino col suo cimitero, attualmente sotto il chiostro. La parte gotica è visibile all’esterno dell’abside della chiesa ove si trova la grande trifora, recuperata durante i lavori di restauro della Soprintendenza di Caserta. Nel 1742 l’Ordine domenicano commissionò un radicale restauro della chiesa trasformandola in stile barocco rococò, incaricando l’architetto beneventano Filippo Raguzzini, che utilizzò, per la facciata, il progetto previsto per la basilica di San Giovanni in Laterano in Roma. I Frati Domenicani vi abitarono fino al 1808 a causa delle leggi napoleoniche che abolivano gli ordini monastici per opera di Gioacchino Murat re di Napoli, e nel 1813 il complesso di S. Domenico passò ai Frati Minori Osservanti della Maddalena, che vi rimasero fino al 1860. Il tempio domenicano nel passato fu affidato all’Arciconfraternita del Santissimo Rosario, che l’ha sempre curato. Attualmente dopo la concessione in uso alla Diocesi da parte del Fec – Fondo Edifici di Culto, ne è rettore monsignor Clemente Petrillo.
Il restauro – Chiusa per un quarantennio per inagibilità a seguito del terribile terremoto del 23 novembre 1980, la chiesa di San Domenico è stata riaperta al culto il 18 ottobre 2019. Proprio durante il lungo periodo di chiusura forzata, la chiesa è stata vittima di continui furti; negli ultimi anni, grazie alla spinta dell’Ufficio diocesano per i Beni Culturali di Aversa, all’interessamento di vari enti e allo strenuo operato del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, è stato possibile recuperare e ricollocare “in situ” numerose opere d’arte trafugate in passato. I lavori di restauro sono stati realizzati con interventi e finanziamenti del ministero dei Lavori pubblici, Provveditorato alle Opere Pubbliche, ministero dei Beni culturali, Soprintendenza ai Beni culturali di Caserta e Benevento. L’intervento di messa in sicurezza, con il restauro artistico dell’interno, è stato realizzato grazie alla Arciconfraternita del Santissimo Rosario e all’associazione di volontariato “I Normann”, fortemente impegnati nella riapertura al culto attraverso il reperimento di fondi da diversi sponsor. Ad oggi sono in corso altri lavori di restauro con il contributo del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, ente proprietario della chiesa. IN ALTO IL VIDEO