La città di Castel Volturno da tempo é caratterizzata da fenomeni sociali emergenziali. Quotidianamente il territorio si ritrova ad affrontare dei problemi che molto spesso mettono a dura prova la tenuta strutturale della città. Ospitando un grande numero di immigrati che molto spesso vengono lasciati nelle condizioni di non attuare il processo d’integrazione, la realtà di Castel Volturno risulta essere molto complessa. Un territorio estremamente frazionato, vasto e complesso da gestire, nel corso degli anni non ha facilitato l’integrazione. Nonostante ad oggi nella città viva la terza generazione di immigrati e convivano dalle 80 alle 90 etnie differenti, a Castel Volturno pare esserci un giusto equilibrio sociale.
L’associazione “Futura”, composta da giovani cittadini castellani, ha ben pensato di portare sul territorio un dibattito serio sull’integrazione. Il convegno dal titolo: “Insieme per l’integrazione e l’inclusione, costruire ponti e non muri”, ha affrontato tanti temi cruciali che vive la città.
L’evento si è svolto mercoledì 8 maggio, nell’auditorium “Centro di aggregazione”, in via Niccolò Machiavelli, in località “Villaggio del Sole”, a Castel Volturno.
Il convegno ha visto una forte partecipazione da parte della cittadinanza, che non è mancata ad un’importante confronto sociale. Si è cominciato con i saluti dei dirigenti dell’istituto comprensivo “Garibaldi”, Elisabetta Corvino, e dell’istituto comprensivo “Castel Volturno – Villaggio Coppola”, Vincenzo Maiorca. A seguire, gli interventi dei relatori: Hilary Sedu, vicepresidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, Emilia Narciso, presidente regionale Unicef Campania, Massimo Antonelli, coach del team “Tam Tam basketball”, e Martina Cassandra, vicepresidente dell’associazione “Futura”. Il dibattito è stato moderato da Rita Castiello, docente del comprensivo.
Organizzato dall’associazione “Futura”, l’evento stata un’occasione di sano confronto e dibattito sul tema dell’immigrazione in un territorio complesso come Castel Volturno, dal quale può nascere un nuovo modello di integrazione.