Nel pomeriggio del 9 maggio gli agenti della Polizia Stradale di Caserta, nei pressi del km 720 lungo la carreggiata sud dell’autostrada A1, sul territorio di Casagiove, notavano la condotta di guida posta in essere dal conducente di un’autovettura che viaggiava a velocità sostenuta ed effettuava numerosi sorpassi, creando pericolo per gli utenti della strada. Si accertava, successivamente, che la stessa vettura risultava anche essere stata segnalata come auto sospetta e in uso a soggetti dediti alla commissione di truffe a danno di anziani.
Durante il controllo, i due occupanti del veicolo, entrambi pluripregiudicati per reati contro il patrimonio, risultavano particolarmente insofferenti al controllo di polizia. Tale atteggiamento induceva gli agenti ad effettuare più accurati controlli che consentivano di rinvenire, nascosti negli indumenti di uno dei due fermati, diversi monili in oro per un valore di oltre 6mila euro nonché, nascosta all’interno di un giubbotto, la somma di 425 euro in contanti. In relazione ai monili in oro rinvenuti e alla somma di denaro rinvenuta, per i quali i due soggetti non erano in grado di fornire spiegazioni circa la reale provenienza, venivano compiuti ulteriori approfondimenti che consentivano alla Polizia Stradale di verificare che gli stessi avevano raggiunto la provincia di Firenze, precisamente il comune di Barberino Tavarnelle, in Val di Pesa, dove, alle ore 13.30 del primo pomeriggio, era stata commessa un truffa aggravata a danno di una donna di 81 anni.
Grazie alla sinergia tra il personale di polizia e i carabinieri di Barberino Tavarnelle si rintraccia l’anziana vittima che, frastornata e sotto choc per quanto accaduto, riferiva ai militari di essere stata raggirata da un fantomatico “maresciallo dei carabinieri”, il quale, dopo averla contatta sulla sua utenza telefonica di casa, le chiedeva soldi in contanti o oro al fine di poter sanare la posizione del figlio che era rimasto poco prima falsamente coinvolto in un incidente stradale. La vittima, dopo avere consegnato i soldi al finto maresciallo, chiedeva informazioni ai suoi parenti, dai quali appurava che suo figlio non era rimasto coinvolto in nessun incidente stradale, quindi comprendendo di essere rimasta vittima di una truffa, segnalando poi immediatamente i fatti ai Carabinieri della locale Stazione.
Le attività investigative permettevano di raccogliere gravi indizi di reità nei confronti dei fermati in ordine alla truffa individuata che consentiva di denunciarli, in stato di arresto, per il reato di truffa aggravata commessa in quella città. La refurtiva rinvenuta veniva sequestrata in attesa della restituzione alla vittima.