Teverola (Caserta) – Presunte irregolarità, intimidazioni e anche una tentata aggressione a sfondo omofobo. Sarebbero molto di più che semplici tensioni durante il weekend elettorale per le amministrative a Teverola quelle denunciate dalle liste “Teverola in Testa” di Dario Di Matteo e “Teverola Sostenibile” di Alfonso Fattore, entrambe uscite sconfitte dalle urne per la vittoria di Gennaro Caserta e della sua lista “Teverola Futura”.
In primis, c’è il “giallo” della scheda “in più” ritrovata nella sezione 4 del plesso “Pecorario”. Scheda che, durante lo spoglio di lunedì 10 giugno, è uscita dall’urna non vidimata e recante una firma non riconosciuta dagli scrutatori che hanno verbalizzato l’accaduto, segnalandolo ai carabinieri per le opportune verifiche. Ciò ha inevitabilmente rallentato le procedure di conteggio nella sezione, concluse solo a tarda notte. Ora si attendono i risultati degli accertamenti sulla presunta “scheda ballerina”.
Sulla vicenda la lista “Teverola Sostenibile” di Fattore, parlando di “presunte anomalie e irregolarità, che includerebbero verosimilmente una ‘scheda ballerina’ e movimenti sospetti durante le operazioni di voto”, auspica che le autorità competenti “accertino la correttezza del processo elettorale”. Nel corso di una diretta social (guarda il video), il candidato sindaco Di Matteo ha anche riferito che il presidente di quella sezione, già supplente, avrebbe “abbandonato il seggio” per essere “trasportato in ospedale”, sembra per un malore, al punto da far nominare un ulteriore supplente per concludere le operazioni.
Momenti di forte tensione sarebbero poi stati provocati da “personaggi che uscivano da ogni dove” e che “hanno occupato militarmente alcune piazze”, denuncia lo stesso Di Matteo, “tant’è – racconta l’ex sindaco – che siamo dovuti andare dai carabinieri per chiedere di potenziare la vigilanza all’esterno dei seggi”. Di “tensioni” e “atmosfera intimidatoria”, tali da richiamare “scene degne di un film”, ne ha parlato anche il gruppo di Fattore sui social.
Qualcuno stava addirittura per passare dalle parole ai fatti, come denunciato da Di Matteo: “Abbiamo dovuto liberare il candidato Pasquale Gnasso da una tentata aggressione da parte di uno sconosciuto” all’esterno dei seggi di via Campanello. Episodio poi raccontato sui social dallo stesso Gnasso, neo consigliere di opposizione: “Stavo semplicemente avviandomi alla mia auto quando alcuni dicono a voce alta ad un uomo alla guida di una bicicletta elettrica: ‘Aró va’ stu ricchion?’. Solitamente fingo di non comprendere questo linguaggio, ma l’individuo che mi insegue me lo ripete un po’ di volte: ‘Ricchiò, arò vai?’. Non rispondo e proseguo dritto, fino a che non vengo superato e con una svolta a U. L’uomo mi viene di faccia. Proprio in quel momento mi raggiungono gli amici e mi riportano indietro intimandomi di non avventurarmi più da solo”. “Non dovevo più camminare solo!”, esclama con amarezza Gnasso che si dichiara deluso di quanto accaduto e si chiede “quanto di normale ci sia stato l’8 e il 9 giugno nel mio paese”.