Casal di Principe, arrestati Emanuele Libero Schiavone e il figlio di Reccia

di Redazione

I carabinieri hanno arrestato proprio Emanuele Libero Schiavone e Francesco Reccia, figlio del boss Oreste Reccia, alias “Recchia e Lepre”. A riportarlo è il quotidiano “Cronache di Caserta”.

Le accuse riguardano associazione mafiosa e armi. Il provvedimento rientra nell’ambito delle indagini sulle esplosioni di colpi d’arma da fuoco avvenute negli ultimi giorni a Casal di Principe. Una “stesa” era stata compiuta poco prima della mezzanotte di venerdì, alla vigilia delle elezioni amministrative, in via Bologna, contro il cancello dell’abitazione di Schiavone. Poi un’altra sparatoria nella stessa serata in piazza Mercato. Qualche giorno dopo, nella notte tra lunedì e martedì, ancora spari nella vicina San Cipriano d’Aversa, in via Ovidio, strafa dove abita la famiglia di Oreste Reccia, in carcere dal 2021.

Una serie di circostanze che fanno pensare ad un tentativo di “cacciare” gli Schiavone da Casale per la volontá di Emanuele Libeo di reinserirsi negli ambienti criminali. Uscito dal carcere lo scorso aprile, dopo 12 anni di detenzione, Emanuele è l’unico della sua  famiglia presente in città. Il padre Francesco “Sandokan” e i fratelli Nicola e Walter sono diventati collaboratori di giustizia. L’altro fratello Carmine è ancora in carcere. La madre, Giuseppina Nappa, e le sue due sorelle hanno lasciato la zona aversana giá nel 2018. E sembra che anche il fratello più piccolo, Ivanhoe, non abiti più a Casale. Proprio il rischio di una guerra tra Emanuele, attorno al quale orbita Francesco Reccia, e il gruppo a lui contrapposto avrebbe indotto l’autorità giudiziaria a fermare i due nella giornata di ieri.

Intanto, per lunedì 17 giugno, alle ore 20, si terrà una marcia di protesta, da Casapesenna a Casal di Principe, passando per San Cipriano, per gridare “Noi non vi vogliamo”, un chiaro segnale rivolto da istituzioni, chiesa e cittadinanza contro la criminalità organizzata che ha segnato negativamente il passato di quei territori.

Nella foto, da sin. Emanuele Libero Schiavone e il padre Francesco “Sandokan”

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