Il piccolo Vincenzo precipita in un pozzo e muore. I genitori: “Il nostro cuore si è fermato insieme al tuo”

di Redazione

“Il nostro cuore si è fermato insieme al tuo cuore, in quel maledetto pozzo. Ti amiamo Vincenzo mio”. E’ lo straziante messaggio dei genitori di Vincenzo, il bambino di 10 anni caduto e morto, giovedì, in un pozzo artesiano a Palazzolo Acreide (Siracusa). Salvo Lantieri e Paola Carnemolla hanno scritto queste poche parole sui social, esprimendo tutto il loro dolore per una tragedia che ha ancora molti punti da chiarire.

Avrà luogo probabilmente già sabato l’autopsia sul corpo del piccolo Vincenzo. A disporla sarà il procuratore di Siracusa, Sabrina Gambino, che coordina le indagini dei carabinieri. Con l’autopsia scatteranno, come atto dovuto, le iscrizioni nel registro degli indagati. L’ipotesi di reato è omicidio colposo. Un faro è acceso sul proprietario del terreno, nonché presidente della Fondazione che aveva organizzato la gita nella fattoria didattica dove è poi avvenuta la tragedia, e sugli operatori addetti alla sorveglianza dei bambini, e tra loro c’era anche la 54enne che quando è stato dato l’allarme è scesa dentro al pozzo per tentare di salvare il bimbo.

Il piccolo non vedeva l’ora di partecipare al centro estivo insieme al fratello maggiore disabile. Non aveva nessuna cognizione sulla pericolosità del gesto che stava compiendo. Il bambino infatti si era messo a saltare sulla botola di alluminio, che copriva il pozzo artesiano. E a nulla sono valsi i richiami dei volontari della Onlus che aveva organizzato il campus. I movimenti di Vicenzo hanno fatto saltare il chiavistello e il piccolo è precipitato. Dopo la tragedia il sindaco di Palazzolo Acreide, Salvatore Gallo, ha annunciato il lutto cittadino nel giorno dei funerali, sospendendo la festa del Santo Patrono, San Paolo Apostolo.

“Assistiamo avviliti a queste tragedie che avvengono sempre a causa dell’incuria. Come fu per Alfredino, mancano misure corrette di prevenzione”. E’ il commento di Daniele Biondo, presidente del Centro Alfredo Rampi. “Dopo l’incidente di Vermicino abbiamo sempre combattuto – ha aggiunto – Siamo bravissimi nelle manovre di soccorso, ma dal punto di vista della prevenzione siamo ancora lontani”.  Il 10 giugno 1981 Alfredo Rampi, di 6 anni, cadde in un pozzo artesiano mentre giocava nelle campagne circostanti alla casa dei suo genitori, a Vermicino, vicino a Frascati, nel Lazio. Il bambino rimase incastrato a circa 36 metri di profondità per 60 ore. Le operazioni di salvataggio, seguite in diretta televisiva da milioni di italiani, coinvolsero numerosi soccorritori e volontari, ma furono complicate dalle ridotte dimensioni del pozzo. Il bimbo morì il 13 giugno.

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