Sant’Antimo, uccise genero e nuora perché credeva fossero amanti: condannato all’ergastolo

di Redazione

Condannato all’ergastolo Raffaele Caiazzo, in carcere da un anno con l’accusa di avere ucciso a Sant’Antimo (Napoli) il genero Luigi Cammisa e la nuora Maria Brigida Pesacane, rispettivamente marito e moglie dei figli gemelli, Anna e Alfredo, perché convinto che fossero amanti. La sentenza è stata pronunciata dalla Corte d’Assise di Napoli che ha disposto anche l’isolamento diurno.

I due cognati – Cammisa, 29 anni, operaio edile, con due figli di 4 e 7 anni, e Pesacane, di 24, con due figli di 4 e 2 anni – furono trovati morti, intorno alle 6.30 dell’8 giugno 2023, uccisi dal suocero con colpi d‘arma da fuoco. Il cadavere di Cammisa era a terra in piazzetta Sant’Antonio, quello della Pesacane in un appartamento situato al civico 17 di via Caruso.

Dopo l’omicidio, Caiazzo si costituì nella caserma dei carabinieri di Gricignano di Aversa, nel Casertano, non lontano dalla città dell’hinterland napoletano, per poi essere trasferito alla Compagnia di Giugliano e da lì in carcere. Oggi la condanna all’ergastolo, con i giudici hanno accolto in pieno la ricostruzione della Procura di Napoli nel corso del dibattimento che ha visto i parenti delle due vittime costituiti parte civile, rappresentati dagli avvocati Manuela Palombi e Marco Mugione. Parte civile anche Fondazione Polis, rappresentata da Gianmario Siani e Celeste Giliberti.

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