Baia Felice, famiglia con disabili costretta ad abbandonare lido che garantiva accessibilità: il caso denunciato a Borrelli

di Redazione

Cellole (Caserta) – “Sono la mamma di una ragazza con disabilità. Purtroppo, il lido dove abbiamo prenotato le nostre vacanze a Baia Felice, comune di Cellole, che ci aveva garantito accessibilità alla spiaggia e al mare, ci ha messo nelle condizioni di dover rinunciare alla nostra vacanza viste le tante barriere che ci siamo ritrovati davanti”. Esordisce così, in una denuncia inviata al deputato Francesco Emilio Borrelli, la madre di una giovane con tetraparesi che racconta la sua esperienza in uno stabilimento balneare del litorale domizio.

“Nonostante avessimo specificato con ampio anticipo le nostre esigenze (mia figlia ha una tetraparesi e la cognata di mio fratello ha la sclerosi) – spiega la donna – ci era stato assicurato l’accesso a tutti i servizi. Quando siamo arrivati alla struttura mi sono resa conto delle difficoltà per raggiungere l’ombrellone, poiché bisognava superare un gradino di sabbia enorme; poi la pedana si fermava a metà spiaggia e se volevamo raggiungere il mare dovevamo superare diverse file di ombrelloni, facendo lo slalom tra i lettini. Successivamente è stata posizionata una tavola di legno che serviva a prolungare la pedana per consentirci di raggiungere l’ombrellone, ma per arrivare al mare dovevamo sempre attendere la disponibilità dei bagnini poiché da soli non riuscivamo. Se mia figlia aveva necessità del bagno dovevamo spostarci al lido affianco, poiché quello destinato alle persone con disabilità non aveva nemmeno il gabinetto”.

“Dopo la nostra ulteriore richiesta di offrirci un servizio quantomeno dignitoso – continua la signora – il titolare della struttura ha fatto presente che il suo non era un lido per disabili e lui non faceva assistenza ai disabili. Chiedendo, infine, a me e mio fratello di levare il disturbo. Da persone corrette abbiamo pagato regolarmente e siamo andati via”. Voglio rendere nota questa storia perché ritengo che ci sia ancora tantissimo da fare sull’accoglienza alle persone con disabilità nelle strutture aperte al pubblico e non è giusto penalizzare una famiglia che voleva solo far vivere alla propria figlia pochi giorni di relax. Il fatto che il gestore del lido sia anche l’assessore al Turismo del comune rende il tutto ancor più amaro”.

“Quanto accaduto è raccapricciante”, commenta il deputato Borrelli, ritenendo questa “una testimonianza, purtroppo non rara, di incapacità imprenditoriale unita a una insensibilità inaccettabile nei confronti di chi chiede solo di poter godere dei servizi di un lido come tutti. Servizi che alla fine sono stati pagati e di fatto mai fruiti”. “Una vergogna – incalza il parlamentare dell’Alleanza Verdi – Sinistra – aggravata dal ruolo di amministratore locale che ha il titolare del lido e che dovrebbe essere il primo a fare dell’inclusione, soprattutto quando si parla di turismo, un obiettivo imprescindibile per la crescita economica e culturale di quella comunità. Se ha una dignità, chieda scusa, rimborsi le spese e si dimetta dal ruolo che ricopre per il quale è evidentemente inadeguato”.

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