Mondragone, Ambc: “Che fine ha fatto l’istituzione dei Quartieri della città?”

di Redazione

Mondragone (Caserta) – Rilanciare l’idea dei “Quartieri della città”, prevista dallo Statuto Comunale ma finita nel dimenticatoio. E’ la proposta dell’Ambc – Associazione Mondragone Bene Comune, che, anche in questo caso, non lesina critiche all’amministrazione Lavanga.

Riceviamo e publichiamo: «Si mettono in piedi Consulte e Forum e si approvano regolamenti, ma poi l’oblio quasi sempre la fa da padrone. La democrazia è esigente e faticosa, caratteristiche che mal si conciliano con chi è più portato verso la “democratura”, ha fin dall’inizio cercato addirittura di strozzare l’azione dei consiglieri comunali con modifiche regolamentari illiberali e usa questi strumenti partecipativi soltanto come propaganda, come “fumo negli occhi”. L’esempio più eclatante è lo Statuto comunale, di fatto dimenticato e disapplicato.

Lo Statuto comunale è l’atto normativo fondamentale del Comune, che ne rappresenta il potere di auto-organizzazione. Nella gerarchia delle fonti è un atto normativo subprimario (dopo la Costituzione e le leggi costituzionali – rango costituzionale, la legge ordinaria e gli atti aventi forza di legge – rango primario), avente per oggetto l’organizzazione dell’Ente e le linee fondamentali della sua attività. La sua stesura e la sua approvazione anche a Mondragone erano state accompagnate da entusiasmo e speranze. In tanti avevano visto in quella stagione e in quel documento l’avvio di un processo di partecipazione, di amministrazione condivisa e di rigenerazione della politica.

Tra le tante novità di quella Carta statutaria vi era la definizione dei Quartieri della città di Mondragone ai quali informare l’azione pubblica. L’idea era quella di restituire ai cittadini, attraverso i Quartieri, spazi operativi che non avevano e non hanno risvegliato il gusto della partecipazione alla vita comunitaria. Attraverso i Quartieri ci si poneva l’obiettivo di un maggiore coinvolgimento della cittadinanza in tutte le politiche pubbliche. Purtroppo, i Quartieri, come tante innovazioni di quel periodo, sono rimasti sulla carta, anche se hanno dato impulso a qualche importante esperienza associativa, come nel caso della “storica” Associazione Quartiere di Sant’Angelo dell’indimenticato Antonio Taglialatela, il nostro “Tatonno”. “Quello Statuto andrebbe riformato – ha dichiarato Gianni Pagliaro, portavoce dell’Ambc, a partire da tutti gli strumenti di partecipazione popolare – come ha più volte proposto il “nostro” Dario Caprio – e andrebbe riposto al centro dell’azione amministrativa. Prossimamente presenteremo qualche proposta al riguardo”.

L’idea dei Quartieri andrebbe poi fortemente rilanciata. Quartieri come “sede di co-progettazione e co-decisione”, come luoghi in cui le cittadine e i cittadini possono contribuire al governo del quartiere e, quindi, della città e ove possono contribuire a progettare la città che verrà. Quasi sempre i nostri appelli e le nostre proposte sono “magnificamente” snobbati da chi pensa di amministrare la città, ma alla prova dei fatti inanella soltanto flop e magre figure. Siamo talmente invisi e visti “con il fumo negli occhi”, che anche quando riprendono qualche nostra proposta, la stravolgono per renderla dissimile e modificandola finiscono spesso soltanto per “mortificarla”.

Nel ricordare il compianto Amato Lamberti e la sua lotta a viso aperto contro la camorra (anche mondragonese) avevamo proposto, tra l’altro, l’istituzione di una Giornata della Memoria Cittadina delle Vittime della Camorra e in Ricordo di coloro che hanno combattuto contro la criminalità organizzata. Una Giornata per ricordare chi è caduto per mano della criminalità e chi ci ha lasciato una grande eredità di lotta e d’impegno civile. Una proposta non immediatamente colta dal presidente del Consiglio comunale che si precipitò a contestarcela con un messaggio su WhatsApp. Passano però 4 mesi e la Giunta approva una delibera per l’istituzione della “Giornata contro l’influenza della camorra nella Città (?), con lo slogan: Mondragone Città Anticamorra”. Avremmo preferito un’altra impostazione (e anche un altro titolo), ma comunque ben venga un’iniziativa in grado di testimoniare la lotta alla criminalità organizzata e di formare alla legalità. Sperando che non si trasformi in una passerella e nell’ennesimo spot di un’Amministrazione che nel contempo fa fatica a praticare la legalità quotidianamente, negli atti e nell’azione di governo.

E vogliamo sperare che come è successo per la Giornata anticamorra, anche per lo Statuto e per i Quartieri, la maggioranza possa elaborare una propria proposta (ovviamente estranea alla nostra e assolutamente autonoma…figuriamoci se sono loro a copiare noi, semmai siamo noi che copiamo ciò che loro un giorno elaboreranno …) e riportare la partecipazione e i cittadini al centro dell’azione pubblica. Noi, come sempre, ne saremmo soltanto felici e saremmo – come sempre – disponibili a dire la nostra e a dare il nostro contributo. Anche se sappiamo che loro sanno tutto e sono soprattutto capaci di tutto, non hanno certamente bisogno dei nostri contributi».

Foto dal gruppo Fb “Terra del Falerno”

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