Teverola (Caserta) – L’attore Francesco Liccardo, 27 anni, di Teverola, debutterà in tv questa sera, venerdì 23 agosto, su Raitre (e in replica su RaiPlay) con il docufilm dal titolo “Via Sicilia 57/59, Giorgio Albertazzi. Il teatro è vita”. Il progetto è stato firmato a quattro mani da Pino Strabioli e Fabio Masi, in occasione dei cento anni dalla nascita del grande autore e attore scomparso nel 2016.
“Sono davvero entusiasta di questo debutto televisivo, un piccolo ma grande passo verso un sogno che si realizza e che mi riempie di orgoglio”, commenta Liccardo, felice di aver preso parte a un progetto che rappresenta un omaggio a un grandissimo attore come Giorgio Albertazzi, un ritratto del genio e dell’artista, ma anche una denuncia sullo stato dei teatri abbandonati in Italia. “Questo lavoro – spiega in proposito Liccardo – vuole essere un appello a riaprire gli oltre 500 teatri chiusi nel nostro Paese, perché il teatro non è solo un luogo di spettacolo, ma un vero e proprio fulcro di cultura e crescita personale”.
Dopo aver incontrato il cinema in Australia per caso a 19 anni, appena rientrato in Italia Francesco si è trasferito a Roma, diplomandosi presso un’accademia di recitazione dove ha studiato con grandi nomi del cinema come Michele Placido, Gabriele Muccino, Pupi Avati, Ivano De Matteo, Giancarlo Scarchilli e tanti altri. Parallelamente gli studi, ha preso parte a diversi spettacoli a teatro, al videoclip “’O schiav e o re” con Nino D’angelo, al cortometraggio dal titolo “A-mos” per la regia di Toni D’angelo e al docufilm su Albertazzi presentato alla Festa del Cinema di Roma e ora in onda su Raitre.
“Le mie radici casertane – sottolinea Liccardo, parlando delle sue origini – sono la mia forza, mi hanno insegnato il valore del sacrificio e della determinazione. Il mio essere campano mi ha insegnato a gridare a gran voce quando si vuole davvero cambiare qualcosa”. E’ sua ferma convinzione che il teatro possa e debba essere un punto di svolta per togliere tanti giovani dalla strada e dai telefonini. “Guardando l’esempio di Francesco Di Leva e il suo lavoro con il Teatro Nest – sostiene Liccardo – vedo quanto l’arte e la cultura possano rappresentare segni tangibili di emancipazione per i ragazzi. È un esempio che mi ispira e che vorrei contribuire a diffondere, perché il teatro può davvero cambiare vite, proprio come ha fatto con la mia”. Caserta e la Campania sono parte integrante della sua identità, e oggi poter portare un po’ di questa terra sul piccolo schermo “è per me – conclude Francesco – motivo di grande emozione e responsabilità”.