Nella giornata di venerdì 23 agosto, la Guardia costiera ha concluso le operazioni che per cinque giorni hanno impegnato uomini e mezzi di soccorso nella ricerca dei dispersi del naufragio del Bayesian, il veliero affondato lunedì scorso a mezzo miglio da Porticello (Palermo). L’’ultimo corpo recuperato è quello della 18enne Hannah Lynch. Il bilancio finale è di 15 sopravvissuti e 7 morti: l’imprenditore britannico e proprietario dello yacht Mike Lynch, la figlia Hannah, il presidente della Morgan Stanley International Jonathan Bloomer e la moglie Anne Elizabeth, l’avvocato Chris Morvillo e sua moglie Nada, lo chef Recaldo Thomas.
Ora i riflettori sono puntati sull’inchiesta della Procura di Termini Imerese, che dovrà fare luce su quanto accaduto e intanto ha fatto il punto in una conferenza stampa. “Abbiamo aperto un fascicolo a carico di ignoti con l’ipotesi d’accusa di naufragio colposo e omicidio colposo”, ha detto il procuratore capo Ambrogio Cartosio in conferenza stampa. “Potrebbe anche essere possibile che iscriviamo nel registro gli eventuali indagati prima del recupero del veliero. È verosimile che siano stati commessi reati di omicidio colposo e e naufragio colposo. Bisogna stabilire a chi sono ascrivibili questi reati. Stiamo studiando e valutando chi ha responsabilità di quanto successo. Se il comandante, se l’intero equipaggio o i costruttori”, ha aggiunto. E ancora: “L’equipaggio non deve restare in Sicilia, non c’è alcun obbligo di legge. I membri devono dare la massima disponibilità per essere risentiti”.
Tuttavia, ha proseguito il procuratore, il comandante del Bayesian, il neozelandese James Cutfield, non potrà per il momento lasciare la Sicilia perché dovrà essere sentito nuovamente. Cartosio ha poi spiegato: “In questi giorni mi sono trincerato nel silenzio, non ho risposto alle domande rivolte dai giornalisti, ma l’ho fatto semplicemente perché è giusto che si sappia che in Italia non è consentito fare diversamente, perché il decreto 106 del 2006 vieta al procuratore della Repubblica di fare dichiarazioni se non in occasioni particolari. Si possono utilizzare solo il comunicato stampa e la conferenza stampa. La legge crea ostacoli notevoli all’attività della libera informazione, ma credo che tutti i cittadini, anche i magistrati, sono tenuti a rispettare le leggi anche quando non piacciono, ecco perché non ho potuto dire nulla. Spero ci sia comprensione”.
In conferenza stampa ha poi preso la parola il pm di Termini Imerese Raffaele Cammarano. “Si è trattato di un evento repentino e improvviso. Il veliero è stata investito da un downburst – ha spiegato -. Al momento non abbiamo la certezza che ci sia una scatola nera. In questa fase si era puntato sulla ricerca, dobbiamo attendere il recupero del veliero. Non possiamo confermare se c’erano i portelloni aperti e non vi saranno dichiarazioni su quello che al momento hanno visto i sommozzatori: possono essere informazioni che devono essere confermate da una seconda verifica”. Ha poi aggiunto: “Probabilmente i passeggeri stavano dormendo. Per questo sono rimasti in cabina. Su questo stiamo ancora indagando in base al racconto dei superstiti”. Ma ha sottolineato: “I passeggeri morti trovati nella stessa cabina di sinistra non dormivano tutti in quel locale”, aggiungendo che forse le vittime “cercavano bolle d’aria”. Cammarano ha poi specificato che i membri dell’equipaggio non sono stati sottoposti ad alcoltest e drug test: “Erano molto provati, sotto choc, e necessitavano di cure”. “In plancia c’era un uomo dell’equipaggio quando è avvenuto il nubifragio. L’attività di indagine è tesa proprio a capire cosa sia successo”, ha concluso.
A parlare anche Girolamo Bentivoglio Fiandra, comandante dei Vigili del Fuoco di Palermo: “La nave è affondata prima di poppa e poi si è adagiata sul lato. Abbiamo trovato i corpi nelle cabine sul lato sinistro, quello che è stato invaso per ultimo dall’acqua. Cinque li abbiamo trovati nella prima cabina proprio su questo lato, l’ultima vittima nella terza cabina. Nel veliero c’erano sei cabine: tre nel lato destro e tre nel lato sinistro”. Raffaele Macauda, contrammiraglio della Guardia costiera e comandante della Capitaneria di porto a Palermo, ha poi specificato che la società armatrice ha manifestato la volontà di recuperare il veliero: “Non ci sono tracce di idrocarburi in mare – ha aggiunto -. Lo hanno dimostrato le analisi eseguite dall’Arpa”. Riferendosi al Bayesian e all’altro veliero, Sir Robert B.P., ha precisato che entrambe le imbarcazioni potevano stare in rada in quella zona: “Del resto per quella sera non c’era un’allerta di burrasca”. L’equipaggio di Sir Robert B.P. ha soccorso i naufraghi sopravvissuti.
Intanto, la Procura ha acquisito diversa documentazione, tra cui i tracciati del sistema Ais (Automatic identification system) che mostrano gli spostamenti dello yacht fino al momento dell’affondamento: dall’inizio della tempesta a quando è colato a picco sarebbe trascorso un quarto d’ora. Nei prossimi giorni saranno poi conferiti gli incarichi per le autopsie sui corpi delle vittime. I medici dell’istituto legale del Policlinico eseguiranno gli esami sui cadaveri. Non appena saranno dati gli incarichi per gli esami irripetibili la Procura invierà gli avvisi di garanzia per consentire agli indagati di nominare i propri consulenti che prenderanno parte alle autopsie.