“Mille volte ho detto che non ce l’ho con questo Governo e con i partiti che lo sorreggono. Sono amico di tanti ministri e godo del privilegio della loro attenzione, ma il ministro Sangiuliano ha voluto colpire Giffoni solo perché, nel momento in cui si paventava l’ipotesi di non avere i fondi per il 2024, ho preso una posizione netta e chiara con la mia Regione e con il suo presidente Vincenzo De Luca”. Il fondatore del festival di Giffoni, Claudio Gubitosi, ha lasciato Roma dopo due giorni di sit-in all’esterno del Mic chiedendo inutilmente un colloquio con Sangiuliano, e in una lettera aperta torna sui motivi della protesta in relazione al taglio dei fondi per la rassegna.
“Devo stare zitto? Aspettare? Licenziare centinaia di persone? Chiudere un’azienda leader nel mondo? Distruggere l’economia di un territorio così faticosamente sviluppatasi in oltre mezzo secolo? Come lo spiego ai ragazzi?”, si chiede Gubitosi, ritenendo che “forse il ministro avrebbe preferito far fare anche una brutta figura all’Italia nel mondo e noi ci siamo tutti sacrificati perché ciò non avvenisse”.
“È tempo quindi di ripensare al posizionamento di Giffoni nell’ambito dei fondi statali, per assicurare ancora di più stabilità, continuità, crescita e ulteriore sviluppo. Più volte ho detto che con la cultura non si fanno battaglie e questo è il momento in cui le parti in causa sono chiamate a ragionare, a capire e a trovare intese. Quello che sto chiedendo al ministro Sangiuliano da due anni, durante i quali cerco di incontrarlo e non ci sono mai riuscito. Non mi stupisce che lui non mi abbia voluto incontrare in questi due giorni romani. Mi sembra molto imbarazzante che io debba spiegare che cos’è veramente Giffoni e come e in che modo esercita la sua funzione nella vita di milioni di ragazze e di ragazzi, nel contesto culturale italiano e internazionale”, conclude Gubitosi.