In fiamme rifiuti rispediti dalla Tunisia nel Salernitano, Salvestrini (Polieco): “Una scandalosa vicenda”

di Redazione

“Quando la realtà supera l’immaginazione: non poteva esserci epilogo peggiore per la scandalosa vicenda dei rifiuti italiani inviati in Tunisia illegalmente, rispediti nel nostro Paese per essere smaltiti regolarmente e invece andati in fiamme”. La direttrice generale del Consorzio nazionale dei rifiuti dei beni in polietilene PolieCo, Claudia Salvestrini, così commenta la notizia dell’incendio che è divampato nell’area militare di Persano, nel comune di Serre, in provincia di Salerno, dov’erano stoccate migliaia di tonnellate di rifiuti finiti al centro di un’indagine giudiziaria sul traffico illecito tra la Campania e la Tunisia.

La rimozione dei rifiuti era prevista proprio nella giornata di oggi e la strana coincidenza temporale è adesso al vaglio della Procura di Salerno chiamata a fare chiarezza sulla natura dell’incendio che sta, in queste ore, destando grande preoccupazione nelle popolazioni dell’area di Persano. Il consorzio PolieCo, in questi anni, ha tenuto accesi i riflettori sulla vicenda, anche supportando l’azione di denuncia del deputato tunisino Majdi Karbai. Almeno due edizioni del Forum internazionale PolieCo, che da anni il consorzio organizza a Napoli e a Ischia, sono state dedicate alla vicenda, anche prevedendo la proiezione di filmati inediti dei container partiti dal porto di Salerno per essere inviati a un vero impianto di trattamento ma poi, nei fatti, stoccati in un capannone dove, nel 2021, è divampato anche un incendio. “Abbiamo più volte lanciato l’appello alle autorità italiane per chiedere il rientro dei rifiuti ma non era certo questo l’esito che ci attendevamo”, commenta Salvestrini.

In crisi imprese intermediarie – “Temo che vivremo un mese di agosto molto caldo, non solo per l’alta temperatura, ma anche per i casi di incendi dei rifiuti. Quello di Persano segue di pochi giorni l’incendio che si è sviluppato in un altro impianto di rifiuti, a Pastorano, in provincia di Caserta. C’è il serio rischio – afferma Salvestrini – che si possa ritornare all’escalation di incendi che si sono sviluppati nel nostro paese nel momento in cui la Cina ha chiuso le frontiere all’import dei rifiuti. Di recente ci sono state inchieste giudiziarie che hanno evidentemente messo in crisi il ruolo di imprese intermediarie e di impianti che si prestavano a ricevere rifiuti per cambiarne il codice Cer senza che questi venissero sottoposti ad alcun tipo di trattamento. E’ concreto il sospetto – denuncia la direttrice – che dinanzi ad un sistema inceppato, si stia ancora una volta ricorrendo alla modalità del fuoco che “risolve” ogni problema”.

Carenza impianti, obiettivi riciclo e procedure infrazione Ue – Salvestrini pone l’accento ancora una volta sulla carenza di impianti. “È arrivato il momento di intervenire in modo lungimirante, favorendo la nascita di impianti finali, non piattaforme di stoccaggio, ma impianti dai quali i rifiuti possono uscire come materia prima di qualità. Le criticità dell’attuale gestione – sostiene Salvestrini – si ripercuotono non solo su ambiente e salute ma anche sull’economia circolare, viste le ingenti quantità di rifiuti che potrebbero essere una risorsa e invece trovano destinazioni illecite. Senza contare poi che, per il mancato raggiungimento degli obiettivi di riciclo, il nostro paese è sotto procedura infrazione dell’Ue”.

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