Olimpiadi, boxe: la casertana Angela Carini abbandona il match contro Khelif, poi piange sul ring

di Redazione

Il discusso incontro di boxe tra Angela Carini e l’algerina Imane Khelifi si è tenuto ma l’atleta azzurra ha abbandonato dopo pochi minuti dall’inizio, consegnando la vittoria all’avversaria.

Il match – Dopo l’avvio ed uno scambio di colpi, Carini aveva chiesto una pausa per avvicinarsi al ring e farsi aggiustare il caschetto. Si riprendeva e Khelifi sferrava un destro al mento dell’azzurra che ritornava all’angolo e, parlando con il suo coach, decideva di abbandonare. Dal labiale sembrava che dicesse: “Non è giusto, non è giusto…”. Proclamata vincitrice, Khelifi si avvicinava a Carini per salutarla ma lei la ignorava, si inginocchiava al centro del ring e piangeva dalla rabbia. “Ero salita sul ring per combattere. Non mi sono arresa, ma un pugno mi ha fatto troppo male e dunque ho detto basta”. Così la Carini ha spiegato, ancora in lacrime, il suo repentino abbandono. “Esco a testa alta”, ha aggiunto l’azzurra.

Le polemiche alla vigilia – Il match era stato preceduto da polemiche legate alla presenza dell’atleta nordafricana, definita “intersex” e non “transgender”, in una competizione femminile. Khelif lo scorso anno è stata esclusa dai Mondiali, organizzati dall’International Boxing Association, per i livelli elevati di testosterone. Il Cio, che non riconosce l’Iba, ha invece ritenuto che tutte le atlete iscritte ai Giochi rispettano i requisiti.

Meloni: “Tesi estreme che pregiudicano i diritti delle donne” – “Il pianto inconsolabile di Angela ci colpisce ma il suo ritiro le fa onore. L’aspetto in Senato per abbracciarla”. A scriverlo su X, sotto la fotografia della pugile Angela Carini in ginocchio a terra, è il presidente del Senato Ignazio La Russa. “Sono anni che cerco di spiegare che alcune tesi portate all’estremo rischiano di impattare soprattutto sui diritti delle donne”. Lo ha detto da Casa Italia la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a proposito del combattimento. “Io penso che atleti che hanno caratteristiche genetiche maschili, non debbano essere ammessi alle gare femminili – ha aggiunto Meloni – E non perché si voglia discriminare qualcuno, ma per tutelare il diritto delle atlete a poter competere ad armi pari”.

Il caso politico – Sulla decisione del Cio riguardante Khelif, il Coni aveva chiesto alla vigilia del match il rispetto dei “diritti di tutti gli atleti e le atlete siano conformi alla Carta Olimpica e ai regolamenti sanitari”. Ma quel via libera per il ministro dello Sport, Andrea Abodi, restava “poco comprensibile”. Secondo il ministro non si capisce per quale motivo non ci sia “un allineamento dei parametri dei valori minimi ormonali a livello internazionale, che includa quindi europei, mondiali e Olimpiadi”. A preoccupare il ministro anche il tema della “sicurezza di atleti e atlete”, oltre che “il rispetto dell’equa competizione dal punto di vista agonistico”. Sicurezza che, secondo Abodi, per l’azzurra Carini rischiava di non essere garantita. A protestare anche diversi deputati di Fdi e Lega, insieme al presidente del Senato Ignazio La Russa, che su Facebook aveva commentato: “Boxe: un transgender algerino contro una donna italiana ai Giochi olimpici…È politicamente scorretto dire che tifo per la donna?”. Il vicepremier Matteo Salvini aveva postato su X: “Pugile trans dell’Algeria – bandito dai mondiali di boxe – può partecipare alle Olimpiadi e affronterà la nostra Angela Carini. (…) Uno schiaffo all’etica dello sport e alla credibilità delle Olimpiadi. Basta con le follie dell’ideologia “woke”!”.

La vicenda di Khelif – Dopo essere stata squalificata dai mondiali di Nuova Delhi del 2023, Imane Khelif aveva parlato di “complotto”, sostenendo di essere una “donna che con le donne deve boxare”. Il presidente dell’Iba, però, la pensava diversamente: “Abbiamo trovato cromosomi XY nel suo sangue”, facendo intendere quindi che fosse nata uomo. Ma il Comitato olimpico algerino aveva confermato che si trattava di una “donna che deve gareggiare con le donne”, e aveva detto subito che l’avrebbe iscritta ai Giochi olimpici. Per Parigi il Cio ha autorizzato la sua partecipazione. “Sono donne nel loro sport e abbiamo stabilito che si tratta di donne”, ha detto il portavoce del Cio, Mark Adams, dopo che sono state effettuate le analisi sul livello del testosterone: la soglia di secrezioni ormonali in circolo che deve essere inferiore alle 10nmol/L nei 12 mesi precedenti ai Giochi e per tutta la durata della competizione.

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