Aversa (Caserta) – La grande opera dedicata ai Caduti realizzata dallo scultore Francesco Jerace, che campeggia al centro di piazza Municipio, è attorniata da un’aiuola bruciata dal sole, con radi ciuffi d’erba infestante, tre palme pericolosamente piantate proprio alla base del monumento e una lapide dedicata ai martiri di Nassiriya e ai Templari che, quando fu posta nel 2017, suscitò l’ira pure dell’ex assessore Luca De Rosa.
Un brutto biglietto da visita proprio al centro della città e sotto alla facciata del Municipio dove si trova la stanza del sindaco. La piazza è trascurata, con erbacce ai lati dei marciapiedi e piante rinsecchite che ornavano i gazebi dei locali della zona. Una tristezza infinita, con quel vasto basolato sporco e offeso da mille cicche di sigarette incastrate negli interstizi. Eppure, ci vogliono pochi soldini per ridare decoro e un po’ di verde all’aiuola del monumento di Jerace e una ripulita necessaria a tutta la piazza curiosamente a forma di paletta.
Il Monumento ai Caduti, che si richiama ai gusti del verismo francese della prima metà dell’Ottocento, originariamente dedicato ai Caduti della Prima guerra mondiale, nel 1960, come documenta una piccola lapide posta sotto la fiaccola di bronzo che arde perpetuamente ai suoi piedi, fu dedicato ai Caduti di tutte le guerre. Lo scultore Jerace, per realizzare il volto del soldato che, con fucile in mano e la baionetta innestata, va all’attacco, si sarebbe ispirato al volto di uno degli eroi aversani caduti in guerra, il sottotenente Carmine Marino, medaglia d’argento al valore militare, colpito a morte il 21 giugno 1916 nei pressi del Monte San Michele mentre alla testa dei suoi fanti guidava un assalto alle linee austriache. SOTTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA