Dovrà rispondere di lesioni personali, danneggiamento, violenza o minaccia a pubblico ufficiale e interruzione di un servizio di pubblica necessità, il 29enne denunciato in Stato di Libertà dai carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone. Ha aggredito l’autista dell’ambulanza “118”, colpendolo con ripetuti pugni alla testa, danneggiato il mezzo di soccorso sanitario e minacciato sia i dottori della guardia medica che il personale sanitario ivi presente.
E’ accaduto ieri a Mondragone, nel Casertano, dove un uomo di 29 anni, giunto con la moglie presso la guardia medica, con mezzi propri, ha iniziato a sferrare violenti calci alla porta d’ingresso dell’ambulatorio pretendendo che i medici, interrompessero immediatamente la visita in atto ad altra paziente per prestare soccorso alla moglie in preda ad attacco di panico.
Come se ciò non bastasse, ha poi colpito con diversi pugni alla testa l’autista dell’ambulanza in quel momento presente all’esterno dell’ambulatorio, danneggiando con calci e pugni la fiancata del mezzo e mandando in frantumi il parabrezza. Ha poi continuato ad inveire e minacciare i sanitari anche mentre questi visitavano la donna ritenendoli, ingiustificatamente, responsabili sia dell’attuale che dei futuri attacchi di panico della moglie.
L’autista dell’ambulanza, visitato presso la clinica Pineta Grande di Mondragone è stato poi dimesso con 7 giorni di prognosi. L’uomo, bloccato dai carabinieri giunti presso l’ambulatorio su richiesta delle vittime, è stato condotto in caserma e denunciato in stato di libertà.
“Sono vicino a tutto il personale del 118 aggredito e minacciato a Mondragone dalla furia di un violento”, commenta il parlamentare Agostino Santillo, vicepresidente del gruppo M5S alla Camera dei deputati, che aggiunge: “Dopo Foggia, adesso Mondragone: le pagine di cronaca con aggressioni a chi lavora nella sanità sono drammaticamente una costante. È ora di dire basta, il ministro della Salute batta un colpo e si preoccupi innanzitutto della sicurezza del nostro personale sanitario. Anche col Pnrr siamo fermi a una spesa del 12% della missione salute e siamo l’ultimo Paese del G7 per spesa sanitaria pro capite. Poi ci lamentiamo che nessuno vuole più lavorare in sanità e i professionisti che abbiamo vogliono scappare all’estero”.