Mondragone (Caserta) – Mancano due giorni alla 43esima Fagiolata di Sant’Angelo, che quest’anno si svolgerà il 28 settembre. “È la prima volta”, sottolineano dall’Ambc – Associazione Mondragone Bene Comune, “che questa tradizionale e caratteristica manifestazione, legata alla festa di San Michele Arcangelo e che coinvolge il più antico quartiere della città, si terrà senza il nostro amato Antonio Taglialatela, per tutti ‘Tatonno’, che un anno fa ci lasciava (esattamente il 13 ottobre 2023). Tatonno (con alcuni suoi pochi amici) è stato l’ideatore di questa manifestazione e per quarant’anni l’ha organizzata e promossa, non senza sacrifici e qualche incomprensione. Per anni l’ha tirata su con la sua Associazione Quartiere di Sant’Angelo (associazione che con lungimiranza aveva costituito e presieduto per decenni), contribuendo a farla diventare un appuntamento irrinunciabile non solo per i mondragonesi, ma anche per tantissimi cittadini provenienti dai comuni limitrofi. Siamo sicuri che gli organizzatori della Fagiolata, il prossimo 28 settembre, sapranno trovare il modo per ricordare Tatonno, il suo instancabile impegno civico per questa manifestazione e ancor di più per l’intero quartiere”.
Negli ultimi anni, prima di iniziare la sua battaglia contro la malattia, Tatonno aveva lavorato, proprio insieme all’Ambc, all’ambizioso progetto per la Festa (o Festival) della Cucina Povera, un’idea che secondo lui rappresentava l’evoluzione della tradizionale fagiolata, con il coinvolgimento dell’intera città di Mondragone e soprattutto con l’ambizione di portare l’evento verso una dimensione nazionale. Ed è rilanciando ancora una volta questo progetto che Ambc lo vuole ricordare, in coincidenza con la “sua fagiolata” e quando mancano pochi giorni all’anniversario della sua morte.
Tatonno e l’Ambc nella primavera del 2019 presentarono la Festa (o Festival) della Cucina Povera al parroco della Parrocchia di Sant’Angelo e alla Città. Successivamente l’hanno riproposta varie volte pubblicamente nella speranza di trovare interesse ed adesioni. E sempre nel 2019 proposero invano anche di valutare la possibilità di partecipare con tale progetto all’Avviso pubblico per la promozione turistica della regione Campania. “Purtroppo, – rilevano dall’associazione – fu commesso l’imperdonabile ‘errore’ di presentare la proposta a nome dell’Ambc e di Tatonno e, soprattutto, fu presentata senza andare preventivamente dal faccendiere di turno (magari presso qualche ultima eterna dimora) a contrattare (o a subire) i termini dell’eventuale organizzazione dell’evento. Un modo di fare, un brutto vizio che per fortuna sia i 4 gatti dell’Ambc che Tatonno non sono mai riusciti a perdere, anche a costo di non vedere mai realizzate tante proposte che negli anni hanno cercato di avanzare. Quando ci capitava di considerare la scarsissima attenzione che aveva ricevuto il progetto, Tatonno era rammaricato soprattutto perché legava la Festa della Cucina Povera al Turismo delle Radici (roots tourism), alla ricca storia di emigrazione della nostra città, un altro interessante tema sul quale avevamo ragionato. Il turismo delle radici è un fenomeno abbastanza consolidato: rappresenta circa il 15% delle presenze complessive del settore in Italia e, come si legge in uno studio pubblicato durante il recente Forum di Cernobbio, in un mondo ‘altamente competitivo e interconnesso’ come quello di oggi, ‘la capacità di una nazione di stabilire e coltivare connessioni con la sua comunità’ appare fondamentale”. “Vogliamo sperare – concludono da Ambc – che la Festa della Cucina Povera, una ‘eredità’ del nostro amico Tatonno, possa prima o poi trovare attenzione e possa diventare realtà. Non tanto per soddisfare un desiderio suo o nostro, quanto per dare a Mondragone una magnifica opportunità”.