Beni confiscati, il centro per disabili di San Cipriano d’Aversa intitolato al poliziotto-eroe Nicola Barbato

di Redazione

San Cipriano d’Aversa (Caserta) – Inaugurato il progetto di valorizzazione del bene confiscato “Dopo di noi. Accoglienza e integrazione per la disabilità” intitolato al poliziotto Nicola Barbato, scomparso lo scorso marzo.

Un progetto di valorizzazione di un importante bene confiscato condotto in sinergia con più istituzioni pubbliche: Agrorinasce ha curato il progetto e il finanziamento ottenuto dalla Regione Campania, il Comune di San Cipriano ha curato i lavori di ristrutturazione e l’Asl Caserta è intervenuta sia nella fase di ideazione sia nella fase autorizzativa. La procedura pubblica per l’individuazione del soggetto gestore è stata curata da Agrorinasce che previo bando, ha selezionato la cooperativa sociale “Lfs Global Care” per la gestione del bene confiscato destinato sia a Centro diurno per utenti affetti da disabilità con laboratori e luoghi di aggregazione e comunità alloggio per disabili in attuazione della legge cosiddetta “Dopo di noi”.

Nel corso dell’evento il sottosegretario del ministero dell’Interno, Wanda Ferro, ha dichiarato: “Un gioco di squadra che ha portato a questo risultato. C’è, nel Mezzogiorno d’Italia, la volontà di riprenderci quel sano senso dell’onore, dell’orgoglio e dell’appartenenza, il coraggio di far sì che le idee diventino azione e Agrorinasce ci sta riuscendo, non solo per il consistente numero dei beni che ha rivalorizzato, ma per quella capacità di riempirli dei giusti contenuti. Con questo bene appena inaugurato affianchiamo le persone disabili con strutture di qualità, che non è solo diritto alla salute, ma anche sostegno alle famiglie. L’inaugurazione della comunità alloggio per disabili e centro diurno per utenti affetti da disabilità con laboratori e luoghi di aggregazione rappresenta una doppia vittoria per la comunità: da un lato consente di dare attuazione concreta e tangibile alla legge sul dopo di noi, dall’altro a trasformare un bene confiscato a un esponente del clan dei Casalesi, quindi simbolo di ingiustizia, prevaricazione e violenza, in un simbolo di giustizia e di rinascita, un luogo di inclusione, solidarietà e speranza”.

“Recuperare un bene confiscato non è semplice – così Giovanni Allucci, amministratore delegato Agrorinasce – la sinergia istituzionale è un punto di forza, è un valore aggiunto che porta allo sviluppo del territorio. A noi interessa non solo il recupero del bene, ma che l’attività nel bene abbia vita lunga, diventi un’eccellenza e che funzioni in chiave di supporto alla comunità”.

“In sedici anni abbiamo fatto un lungo lavoro sulla disabilità, partendo da un’esperienza personale oggi abbiamo creato una grande rete, un’inclusione sociale e lavorativa per i nostri ragazzi e per la comunità. – ha affermato Enzo Abate, socio fondatore cooperativa Lfs Global Care e presidente de La Forza del Silenzio – Intitolarlo a Nicola è come averlo per sempre qui con noi, che continua da lassù a supportarci”.

“Questo è un bel giorno per la nostra comunità, un bene confiscato che gli viene restituito e in particolare a servizio delle persone più svantaggiate- – ha detto Vincenzo Caterino, sindaco di San Cipriano d’Aversa – Come amministrazione abbiamo fortemente voluto questa destinazione sociale perché una comunità può dirsi democratica e civile quando non lascia indietro nessuno. Con Agrorinasce stiamo attuando un grande lavoro su questo territorio”.

Da luogo dell’illegalità a luogo della legalità e dell’inclusione sociale, il bene confiscato è stato intitolato al sovrintendente capo della Polizia di Stato Nicola Barbato, il cui ricordo personale è stato affidato ai familiari, presenti la moglie Angela e i figli Giovanna e Luigi. Il ricordo umano e professionale del poliziotto insignito della medaglia d’oro al valore civile è emerso dalla testimonianza del questore di Caserta Andrea Grassi, presente alla cerimonia su delega del capo della Polizia, Vittorio Pisani: “Nicola Barbato – ha detto il questore Grassi – ha speso la sua vita professionale e non solo nella lotta alla criminalità, non è un caso che abbia ricevuto la medaglia d’oro al valore civile in vita e ciò è esplicativo del valore delle azioni che Nicola ha posto in essere. Nicola è un uomo di questa terra: sottolineo un triste primato, a Caserta ho visto il tributo di sangue e di vita delle forze di polizia più alto nella lotta alla criminalità. Da questore lasciatemi affermare che dal fango nascono i fiori, qui c’era il fango ovvero la criminalità organizzata, oggi c’è lo Stato che opera non solo in maniera simbolica ma con sostanza e in maniera evidente”.

Non solo simbologia, ma anche concretezza: il concetto rimarcato da Michele Del Prete, procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia presso il Tribunale di Napoli: “Questa non è una commemorazione formale, qui si parla di antimafia in concreto. La nostra legislazione è invidiata in tutto il mondo e questi sono gli esempi che ci rendono fieri”. Poi il ruolo dei beni confiscati con il prefetto Maria Rosaria Laganà, al suo primo intervento pubblico da direttore dell’Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati: “Mi fa molto piacere iniziare questo mio percorso pubblico partecipando a questo evento, perché questo obiettivo raggiunto ha un valore sostanziale e rafforza la consapevolezza di quanto i beni confiscati possano essere una risorsa, specie quando c’è la sinergia di tante istituzioni”.

I beni confiscati sono valorizzati da Agrorinasce e dai soggetti gestori per far fronte alle emergenze locali, per il sostegno alle categorie fragili e, in questo caso, si è posto al centro della discussione il sostegno alla disabilità. Al riguardo, Amedeo Blasotti, direttore generale dell’Asl Caserta, ha dato un messaggio forte a tutti i presenti: “Con questa struttura potenziamo la capacità di dare risposta ad una fascia debole della nostra comunità, sia come numero di utenti assistiti, sia come qualità di tale assistenza, il tutto nell’ambito di una strategia ben precisa. Non è solo attenzione al disabile, ma è attenzione ad una cura nuova del disabile. La diversità deve diventare una cultura diversa di ordinarietà della persona. L’inclusività dovrebbe essere trattata come un diritto sociale e umano fondamentale, da qui parte il nostro percorso”.

“Il riuso del bene confiscato è una leva importantissima dello sviluppo del territorio, anche stamattina il lavoro che si sta facendo è funzionale ai bisogni della comunità, oggi si stanno dando nuove risposte al territorio in affiancamento allo Stato nel diritto alla salute”, ha concluso Mario Morcone, assessore regionale alla Sicurezza e Legalità della Regione Campania.

Hanno partecipato all’evento Elena Giordano, presidente Agrorinasce, Maria Antonietta Troncone, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord, Daniele Grunieri, presidente facente funzioni sezione Gip/Gup del Tribunale Napoli Nord, monsignor Angelo Spinillo, vescovo di Aversa, Giuseppe Castaldo, prefetto di Caserta, Gaetano De Mattia, dirigente responsabile del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl Caserta, l’avvocato Paolo Colombo, Garante Disabilità della Regione Campania, numerose autorità, forze di polizia e associazioni nazionali di forze armate in quiescenza.

La giornata si è conclusa con la scopertura della targa in memoria di Nicola Barbato a cura dei familiari insieme al questore di Caserta, al questore di Napoli, Vincenzo Agricola, e all’onorevole Wanda Ferro e successivamente al taglio del nastro del Centro per disabili alla presenza del sindaco di San Cipriano, Vincenzo Caterino, del direttore generale dell’Asl Caserta, Amedeo Blasotti, e dell’assessore regionale Mario Morcone. Durante la giornata si è svolta un altro momento simbolico con la piantumazione del ficus macrophilla “Albero di Falcone”, donato dal Reparto Carabinieri Biodiversità: “Un simbolo di legalità, che possa crescere e dare i suoi frutti”, ha specificato il colonnello dell’Arma dei Carabinieri Antonio Zumbolo. SOTTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA

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