Truffa su fondi pubblici e reati fiscali: confiscati beni per 12 milioni nel Messinese

di Redazione

La sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina ha adottato, su richiesta della Procura, due provvedimenti di confisca di beni illecitamente acquisiti, assicurando alle casse dello Stato l’importo complessivo di oltre 12 milioni di euro.

Nel primo caso, la Direzione investigativa antimafia ha eseguito un provvedimento con cui è stato sottoposto a confisca di prevenzione l’ingente patrimonio di un noto professionista operante nell’area nebroidea coinvolto in numerosi procedimenti penali per truffa finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, reati fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio. Dagli atti giudiziari è emerso come il prevenuto, sottoposto anche alla sorveglianza speciale per due anni con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale, abbia “da sempre strumentalizzato la sua attività professionale per la costituzione di un sistema truffaldino fondato sull’utilizzo di schemi societari non corrispondenti al dato reale, attraverso il quale egli ha rivolto a suo vantaggio consistenti contributi di natura pubblica”, tra cui gli incentivi previsti a favore delle attività produttive delle aree depresse, “così realizzando un imponente arricchimento personale”.

La misura ablativa riguarda 9 imprese, operanti nel campo dell’assistenza fiscale, dell’assistenza agli anziani ed in quello immobiliare; 7 appartamenti; un fabbricato e 17 terreni situati nelle province di Messina e Palermo; nonché decine di rapporti finanziari per un valore complessivo di circa 12 milioni di euro.

L’altro decreto di confisca ha riguardato beni riconducibili ad un pregiudicato messinese, attualmente detenuto, il quale è stato sottoposto anche alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. Il provvedimento scaturisce dagli accertamenti di carattere patrimoniale svolti dai carabinieri del Nucleo investigativo di Messina, che hanno consentito di documentare come l’uomo, coinvolto in passato in plurime vicende giudiziarie, avesse accumulato, nel tempo, un patrimonio risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati da lui e dai suoi familiari.

In particolare, dal 1992 al 2018, il pregiudicato, nell’ambito di diversi procedimenti penali, era stato condannato con sentenze definitive per vari reati, tra cui associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, rapina, furto, lesioni personali e detenzione illegale di armi. Inoltre, il 30 aprile 2021, l’uomo era stato arrestato in flagranza di reato per estorsione aggravata dal metodo mafioso, nell’ambito di un’indagine condotta dai carabinieri sotto il coordinamento di questa Direzione distrettuale antimafia, venendo poi condannato.

Dalle investigazioni, avviate immediatamente dopo la denuncia della vittima, era emerso che il proposto, a partire dal 2016, avrebbe costretto, con ripetute vessazioni, minacce e violenze attuate anche con l’uso dì armi, un imprenditore edile a corrispondergli periodicamente, a titolo estorsivo, diverse somme di denaro, richiedendogli, tra l’altro, senza alcun compenso, i lavori per la costruzione di un fabbricato oltre a numerose forniture di materiale edile. La confisca ha riguardato 6 abitazioni e un terreno agricolo, situati a Messina, oltre a 5 veicoli per un valore complessivo stimato in circa 350mila euro. IN ALTO IL VIDEO

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
Whatsapp
Redazione
Condividi con un amico