Carinaro – Lampade cimitero, Affinito: “Amministrazione mette cittadini alla gogna, si corra ai ripari prima dei ricorsi”

di Redazione

Carinaro (Caserta) – Quella delle lampade votive nel cimitero sembra ormai una polemica senza fine. Sul caso interviene, ancora una volta, l’ex sindaco Nicola Affinito, recentemente colpito da un grave lutto familiare dovuto alla perdita del fratello. Nonostante il momento particolarmente difficile, il commercialista carinarese ha sentito l’obbligo di intervenire soprattutto alla luce delle ultime dichiarazioni della sindaca Annamaria Dell’Aprovitola che lo ha chiamato in causa non solo come ex amministratore ma accusato anche di incitare i cittadini a non pagare il canone delle lampade; episodio che sarebbe accaduto nei giorni scorsi davanti alla tomba del fratello. “Non ho parole, lascio ai cittadini qualsiasi pensiero in merito a quanto affermato dal sindaco”, si limita a dichiarare, in merito, Affinito.

Poi l’ex sindaco risponde punto su punto a Dell’Aprovitola: «Innanzitutto, possiamo affermare con assoluta certezza che ogni Ente comunale ha la possibilità di eseguire dei servizi ai propri cittadini con propri mezzi finanziari. Questa mia affermazione è ancor più avvalorata dal fatto che lo stesso commissario, prima di procedere con atto d’indirizzo per la gara, ha manifestato la volontà di esternalizzare il servizio di fornitura e manutenzione a mezzo di delibera con poteri di Consiglio. Quindi, ha deciso di far eseguire questo servizio ad una ditta. Ci sono diversi pareri di illustri esperti di Pubblica amministrazione che ritengono quanto segue: “L’illuminazione votiva, contrariamente al passato, non rientra più tra i servizi a domanda individuale di cui al decreto del ministro dell’Interno 31 dicembre 1983 e, per tale ragione, l’Ente non è più tenuto ad individuare il costo complessivo del servizio. Rimane, quindi, nella piena discrezionalità dell’Ente la scelta politico-amministrativa della presa in carico del servizio dell’illuminazione votiva comunale senza contribuzione da parte dalla collettività amministrata, al fine di soddisfare una particolare esigenza della propria comunità”».

«Chiarito ciò, mi chiedo – prosegue Affinito – da dove nasca il pericolo di un eventuale “danno erariale”. Forse dal mancato recupero delle somme utilizzate dall’Ente per il pagamento della voltura del contatore del cimitero e la fornitura di energia elettrica per sei mesi del 2022, per l’anno 2023 e per i primi sei mesi del 2024? Se veramente pensate che siano stati commessi errori amministrativi da parte della passata amministrazione, anche alla luce del parere allegato, vi invito nuovamente ad una denuncia alle autorità competenti per chiedere il risarcimento agli amministratori passati che lo hanno causato e non semplicemente farsi pagare dai cittadini».

«Ma, a questo punto, credo sia doveroso – continua l’ex sindaco – rivolgersi agli enti di controllo per fare definitiva chiarezza sulla faccenda. Sul punto in questione, mi viene un ulteriore dubbio: perché recuperare una somma (circa 60mila euro) se invece ne sono stati spesi molti in meno dalla passata amministrazione (solo 5 mila)? E mi viene strano sentir dire che questi introiti dell’anno 2023 (e perché non anche quelli del 2022?) servirebbero all’amministrazione per eseguire dei lavori sull’impianto elettrico del cimitero. Ma ciò è possibile?».

Affinito poi fa ulteriori considerazioni: «Le delibere di approvazione del regolamento e delle tariffe per il pagamento del servizio di lampade votive che il commissario prefettizio ha approvato non fanno alcuna menzione al recupero delle somme pregresse 2023. Non c’è alcuna traccia in tal senso né nel regolamento approvato né nell’atto di indirizzo per la gara; anzi, all’articolo 6, del regolamento è riportato la tempistica dell’attivazione del servizio». Quanto riferito dal sindaco, secondo Affinito, suscita ulteriori dubbi che meriterebbero delle delucidazioni in merito: «La ditta assegnataria del servizio di fornitura di energia elettrica e manutenzione dell’impianto è abilitata ad incassare somme di denaro in contanti? Un ulteriore dubbio: ma le tariffe approvate dal commissario sono mai state inserite nel bilancio di previsione dell’Ente, visto che le stesse sono state modificate, così come previsto dal decreto legislativo 267/2000, articolo 172, comma 1, lettera c? Infine, vorrei chiedere al Garante della Privacy se l’uso del bigliettino attaccato su diversi loculi, il cosiddetto “Avviso di Cortesia”, sia conforme al procedimento amministrativo e/o tributario per la pretesa di un Ente o ancor peggio della ditta stessa. Pensare ad una gogna pubblica per i cittadini-contribuenti è dir poco».

«Il sindaco – sottolinea l’ex sindaco – ha detto una cosa giustissima, ossia che le norme vanno rispettate e le tariffe, tasse e/o imposte vanno pagate. Io aggiungo quando esse sono giuste, e soprattutto coerenti con le norme sovraordinate. Le consiglio quindi, come fece la mia amministrazione con i passi carrabili, di fermarsi e riflettere sulle tariffe del servizio in oggetto, prima che eventuali ricorsi ad organi terzi diano ragione ai cittadini che si sentono beffati da errate pretese, temporali e sostanziali, perché ancora una volta chi ne perderebbe sarebbero sicuramente i cittadini carinaresi e le casse dell’Ente».

Infine, in merito ai lavori che riguardano il complesso sportivo di via Fratte, Affinito afferma: «Sono sempre disponibile a qualsiasi confronto e possiamo tranquillamente parlare dei lavori di ristrutturazione presenti e quelli del passato. A mettere le toppe molto spesso si fa peggio di quanto fatto, e la sua amministrazione nell’ultimo periodo ha già più volte dimostrato ciò: vedi Consiglio per convalida (non è altro che un atto in autotutela spontaneo, che si usa per intervenire d’ufficio sui propri provvedimenti, dopo essersi avveduti di errori commessi) oppure vedi variazione di bilancio approvata senza tener conto di quanto indicato nel parere del revisore contabile». «E’ vero – conclude l’ex sindaco – il cimitero comunale di Carinaro non è di Nicola Affinito e non è di proprietà di Peppino Barbato, ma sicuramente non è del sindaco Dell’Aprovitola e soprattutto della ditta».

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