Aversa (Caserta) – “Proprio in prossimità della scadenza 31 ottobre abbiamo organizzato presso la nostra sede questo evento sul Concordato biennale preventivo per approfondire questo nuovo strumento nei rapporti con l’Agenzia delle Entrate. I commercialisti possono dare un contributo fattivo al sistema produttivo e credo che questo strumento possa essere importante anche per poter aumentare i fatturati di molte aziende. Per questo continueremo a puntare sulla formazione e sulla informazione per assistere al meglio i nostri clienti”. Lo ha dichiarato Francesco Matacena, presidente Odcec Napoli Nord in apertura dei lavori del convegno “Il concordato preventivo biennale. Valutazioni di convenienza, analisi delle opportunità, rischi delle adesioni” promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli Nord.
Sull’importanza del ruolo del commercialista si è soffermato Angelo Capone, consigliere segretario Odcec Napoli Nord: “Il concordato preventivo biennale in uno con l’adempimento collaborativo nell’ambito di attuazione della legge delega sulla riforma fiscale, rappresenta una vera e propria rivoluzione culturale. Fa registrare un cambio di paradigma nella lotta all’evasione e più in generale nel novero dei rapporti tra l’amministrazione finanziaria e i contribuenti. Un ruolo di grandissima centralità viene assegnata alla figura del dottore commercialista che è un attore protagonista in questo processo, che però è estremamente complesso e quindi andrà gestito con grandissima professionalità”.
Sull’opportunità di proroga dei termini si è espressa Tina Bove, consigliere Odcec Napoli Nord: “Il Concordato presenta ancora molte criticità e dubbi anche tra noi professionisti che dovremmo fungere da orientatori rispetto ai contribuenti che vogliono aderire. E’ un accordo tra Agenzia delle Entrate e contribuenti per favorire sia le entrate che aiuti alle imprese in difficoltà. Il 31 ottobre scadranno i termini per aderire e da più parti sono sollecitate richieste di proroga che, auspichiamo, arrivi a breve”.
Per Rosa D’Angiolella, consigliere nazionale dei commercialisti italiani: “Il ruolo del commercialista è strategico in questa fase, non nascondo che ci sono ancora molti aspetti da verificare e controllare, soprattutto considerando i tempi ristretti a nostra disposizione. E’ evidente che gli approfondimenti su questo tema consentono di comprendere meglio sia le criticità sia gli aspetti positivi dello strumento elaborato dal legislatore”.
A illustrare tutti i dettagli dell’istituto, che consente alle imprese e ai lavoratori autonomi di concordare in via preventiva un imponibile fisso su cui calcolare le tasse sul reddito d’impresa o di lavoro autonomo, è stato Pasquale Saggese (coordinatore dell’Area Fiscalità della Coordinatore dell’Area Fiscalità della Fondazione Nazionale di Ricerca dei Commercialisti) il quale ha ricordato che tra le condizioni più discusse per l’adesione figura l’obbligo di non avere debiti per tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate o debiti contributivi di importo pari o superiore a 5.000 euro.
Secondo Antonio Tuccillo (presidente della Fondazione Nazionale di Ricerca dei Commercialisti) “il concordato preventivo biennale rappresenta uno strumento per le aziende in difficoltà, consentendo loro di riorganizzarsi e di affrontare le crisi economiche in modo strutturato. Tuttavia, è fondamentale che questo percorso venga intrapreso con serietà e trasparenza, coinvolgendo tutte le parti interessate, dai creditori ai dipendenti. Due anni sono un periodo significativo per ridefinire la sostenibilità economica di un’impresa, ma richiedono una pianificazione attenta e un controllo rigoroso. Il ruolo dei professionisti, in particolare dei commercialisti, diventa cruciale per garantire che le aziende possano davvero utilizzare questa opportunità e riprendersi in maniera stabile e duratura”.
Nella foto, da sin. Capone, Tuccillo, Matacena, D’Angiolella, Saggese e Bove