Campania, inchiesta Zannini: consigliere regionale non risponde ai pm

di Redazione

Il consigliere regionale Giovanni Zannini, presidente della Commissione Ambiente della Regione, indagato per corruzione e concussione, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti agli inquirenti della Procura di Santa Maria Capua Vetere.

Il suo avvocato difensore, Angelo Raucci, ha depositato una memoria e, secondo quanto si è appreso, ha annunciato che il suo assistito intende rispondere dopo l’udienza del tribunale del Riesame chiamato a esprimersi sul sequestro del cellulare e dei supporti informatici notificatogli la scorsa settimana. Dell’inchiesta, condotta dai sostituti procuratori Gerardina Cozzolino e Giacomo Urbano, coordinati dal procuratore Pierpaolo Bruni, si è avuta notizia la scorsa settimana in seguito alle perquisizioni effettuate dai carabinieri del Reparto territoriale di Aversa a casa di Zannini, a Mondragone, e nei suoi uffici a Napoli.

All’esponente del gruppo “De Luca Presidente” vengono contestati due episodi di corruzione in relazione ai favori ricevuti da alcuni imprenditori – in particolare un viaggio in barca e due motorini – per il suo interessamento presso la Regione e un comune del Casertano circa questioni che riguardavano gli operatori economici.

C’è poi l’ipotesi di concussione riguardante le pressioni che Zannini avrebbe esercitato nei confronti dell’ex direttore sanitario dell’Asl Caserta, Enzo Iodice, che nel settembre 2023 decise di dimettersi per non sottostare alle richieste del consigliere regionale di nominare persone a lui vicine in diversi ruoli dell’azienda sanitaria.

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