Medioriente, Crosetto: “Non ci muoviamo dal Libano”. Israele promette indagine su attacchi basi Unifil

di Redazione

“Non saremo mai noi che ci spostiamo perché qualcuno ci dice, con la forza, di spostarci. Noi siamo lì e ci rimaniamo, con la forza del mandato delle Nazioni Unite”. Lo ha confermato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, dopo i recenti attacchi israeliani alle basi italiane delle missioni Unifil in Libano. “Ieri – ha aggiunto Crosetto dal Kosovo dove è andato a far visita ai militari italiani – ho risposto a Israele che ci diceva spostatevi, che l’Italia non prende ordini da nessuno”. Poi ha incalzato: “Pretendo rispetto da Israele. Il rispetto dovuto ad una nazione amica impegnata in una missione di pace”, ha concluso il ministro.

Il Ministero della Difesa, intanto, ha smentito “categoricamente” un presunto terzo attacco contro le basi italiane di Unifil in Libano. Come si legge in una nota, “le verifiche condotte sul campo confermano che non vi è stato alcun ulteriore attacco. Sono attualmente in corso le attività relative a lavori di ripristino dei manufatti precedentemente danneggiati, eseguiti in pieno coordinamento e accordo tra le unità italiane di Unifil, le Forze Armate libanesi e le Forzedi Difesa Israeliane (idf).

L’esercito israeliano in una nota ha giustificato le azioni ribadendo di aver dato “ore prima” istruzioni all’Unifil di “entrare in spazi protetti e di rimanervi”. E ha spiegato: “In mattinata, i soldati dell’Idf che operavano nel Libano meridionale hanno identificato una minaccia immediata contro di loro. I soldati hanno risposto con il fuoco verso la sua direzione. Un esame iniziale indica” che una postazione di Unifil si trovava “a circa 50 metri dall’origine della minaccia” ed è stata “colpita durante l’incidente”, con il “conseguente ferimento di due membri della forza Onu”. Israele promette un’indagine e di prendere “ogni precauzione per ridurre al minimo i danni ai civili e alle forze di pace. Dato il complesso e difficile ambiente operativo in cui Hezbollah usa strutture civili e Unifil come scudi, l’Idf continuerà a fare sforzi per mitigare il rischio che tali sfortunati incidenti si ripetano”.

In reazione agli attacchi ai caschi blu della Forza di interposizione dell’Onu nel Libano meridionale (Unifil), Hezbollah ha denunciato le “scuse” e le “giustificazioni” che l’esercito israeliano usa per continuare a colpire, affermando che ci sono armi ed esplosivi. L’accusa è contenuta in una dichiarazione e in un intervento del capo dell’ufficio stampa di Hezbollah, Mohammed Afif, rilanciati da Al Jazeera.

Il suo intervento è stato anche un duro ‘J’Accuse’ al governo libanese che “non ha mosso nemmeno un dito” durante gli attacchi israeliani. Nell’occhio del ciclone di Afif, ci sono, inoltre, i media locali e stranieri che, a suo dire, stanno dando credito alle uccisioni perpetrate da Israele e alle scuse avanzate per giustificarle. “Alcuni organi di stampa, compresi quelli internazionali globali, non possono osare rivolgersi agli israeliani e dire loro apertamente che state uccidendo civili innocenti, disarmati e indifesi”, ha affermato il portavoce di Hezbollah. Secondo lui, le affermazioni israeliane fanno parte della sua “guerra psicologica” contro Hezbollah e il popolo libanese. “L’esercito israeliano continua a bombardare aree residenziali e uccidere civili, con il falso pretesto che si tratti di depositi di armi. Gli israeliani stanno addirittura prendendo di mira Dahiyeh con bombe, dicendo che li’ ci sono armi. Soprattutto, impediscono e negano alla difesa civile e ai paramedici l’accesso alle aree”, ha deplorato Afif.

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