Napoli, il “Pulcinella fallico” inaugurato tra ironie e polemiche

di Redazione

Fino al 19 dicembre, i napoletani e i turisti si imbatteranno nell’installazione d’arte pubblica “Tu si ‘na cosa grande”, concepita per la città di Napoli dall’artista Gaetano Pesce, scomparso lo scorso 3 aprile, per il programma “Napoli contemporanea”, voluto dal sindaco Gaetano Manfredi e curato da Vincenzo Trione, consigliere del sindaco per l’arte contemporanea e l’attività museale.

L’opera, installata in piazza Municipio, ha suscitato polemiche e ironie per la sua forma “fallica”. Essa è costituita da due sculture: un abito di Pulcinella, appoggiato su una struttura metallica alta 12 metri e mantenuta in equilibrio da cavi su cui si attorcigliano fiori sintetici di diversi colori, che di notte si illumina all’interno, e di fronte un cuore rosso alto 5 metri, a sua volta illuminato internamente e trafitto da una freccia metallica che lo sostiene, conficcata su una piattaforma di legno di forma triangolare. Per volontà dell’artista l’opera, una volta lasciata piazza Municipio, resterà a Napoli: i cuori diventeranno proprietà del Comune in modo permanente e si sta riflettendo anche sulla futura collocazione.

“Inizialmente quando l’ho vista ho pensato quello che hanno pensato anche gli altri. Penso che sia un pensiero che è arrivato a tutti ed è un pensiero molto napoletano. Lo dobbiamo prendere anche come un pensiero di buon augurio, ma l’idea dell’opera è di una rappresentazione stilizzata del rapporto tra Pulcinella e il cuore dei napoletani. E poi l’arte contemporanea deve far discutere, il dibattito è segno di una città viva”, ha commentato il sindaco Manfredi.

L’inaugurazione è stata accompagnata dalla performance di un’orchestra, di sole donne di licei napoletani, che ha eseguito il Bolero di Ravel, nel corso della quale il Pulcinella ha cambiato abito: il tradizionale vestito bianco è stato sostituito da un costume coloratissimo e femminile, disegnato dallo stesso Pesce.

“Tu sì ‘na cosa grande” rappresenta un omaggio di Gaetano Pesce a Napoli, città a cui era molto legato, viste le origini sorrentine della sua famiglia. Un’opera che è anche il suo testamento artistico: l’attenzione al femminile, la poetica dello scarto, dell’imperfetto, mantenendo sempre elementi autobiografici, che richiamano la vita dell’artista ligure.

Complessivamente il costo, compreso di allestimento e di guardiania privata, ammonta a circa 180mila euro, di cui 160mila della Regione Campania attraverso i Poc, fondi destinati alla promozione culturale nei Comuni. IN ALTO IL VIDEO

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