Napoli – Sergio Rubini ed il “suo” Leopardi è il tema principale del focus acceso dal Campania Libri Festival nel suo ultimo giorno di programmazione. Un incontro pubblico nella prestigiosa sede del Palazzo Reale di Napoli, moderato dalla giornalista Titta Fiore, in cui a partire dal rapporto tra “cinema e letteratura”, il regista e attore ha offerto alla platea un suo personalissimo ritratto del grande poeta di Recanati, anticipando quello che si vedrà, il 16 e 17 dicembre in prima serata su Rai Uno, nella mini serie intitolata “Leopardi. Il poeta dell’infinito”.
“Ho voluto evidenziare l’anima ‘pop’ di Giacomo Leopardi – così Sergio Rubini – la sua vitalità, la sua curiosità e velocità di pensiero che ci offrono di questo grande poeta un immagine ben differente da quella stereotipata appresa sui banchi di scuola. Un pensiero incredibilmente attuale, e forse anche per questo non compreso dai suoi contemporanei, che si interroga sull’uomo e sul suo posto nel mondo e che riesce ad anticipare temi, come ad esempio quello della ricerca della felicità individuale, con la stessa inquietudine che oggi attanaglia noi, suoi posteri”.
La serie tv, scritta da Sergio Rubini, Carla Cavalluzzi e Angelo Pasquini, vede protagonisti gli attori Leonardo Maltese (Giacomo Leopardi), Cristiano Caccamo, Giusy Buscemi, Valentina Cervi, Fausto Russo Alesi, Bruno Orlando, Serena Iansiti, Maria Vittoria Dallasta, Andrea Pennacchi, Roberta Lista, Alessandro Preziosi e Alessio Boni ed è prodotta da IBC Movie con Rai Fiction e Rai Com, con il sostegno della Regione Campania e della Film Commission Regione Campania. “Più che delle vicende biografiche legate a questo gigante della letteratura – aggiunge Rubini – o delle malformazioni del suo corpo, mi interessava restituire la complessità e la modernità del suo pensiero. Non il poeta depresso ed infelice quanto, per fare un esempio, quello arguto e a tratti comico delle “Operette morali”.
Nel suo intervento Sergio Rubini ricorda Eduardo De Filippo (di cui quest’anno ricorre il quarantennale della morte): “Sono meridionale e già da ragazzino, grazie a mio padre grande appassionato di teatro e capocomico di una compagnia filodrammatica, avevo subìto il fascino di Eduardo e della sua famiglia. Una storia, quella dei tre fratelli, che mi aveva colpito molto e che poi ho avuto modo di raccontare per immagini in un film”.
“I Fratelli De Filippo”, appunto, grande successo al cinema e visto da circa 4 milioni di telespettatori su Rai1 il 30 dicembre del 2021. “Per il seguito – rivela Rubini – stiamo per iniziare la scrittura. Il progetto fin dall’inizio prevedeva il racconto della prima fase, quella della rivalsa che li condusse al successo. Poi saremmo passati al racconto della sofferenza e della dissoluzione del trio portandoci fino a quando Eduardo scrisse “Napoli milionaria”. Li abbiamo lasciati nel Natale del 1931 e la seconda parte inizierà dal giorno dopo intrecciando la storia di Eduardo, Peppino e Titina con i drammatici accadimenti della guerra ma anche con le speranze di tutti nella rinascita. Perché puoi nascere nelle retrovie ma con la forza puoi cambiare il tuo destino e sarà un modo anche per raccontare la storia del nostro Paese, che alla fine con forza, rialza la testa e ritrova la sua dignità”.
Nella stessa giornata e sempre al Palazzo Reale di Napoli, è stato ricordato Massimo Troisi nel trentennale della sua prematura scomparsa (giugno 1994) e dell’anteprima de “Il postino” alla Mostra del cinema di Venezia. La celebrazione napoletana, annunciata a Venezia dal Presidente Vincenzo De Luca lo scorso 6 settembre nell’iniziativa gemella programmata da La Biennale di Venezia per l’81ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, è stata realizzata, a partire da un’idea di Maria Grazia Cucinotta, da Hollywood Communication, Regione Campania, Film Commission Regione Campania e Fondazione Campania dei Festival. Per celebrare l’arte di Massimo Troisi e la lavorazione della sua opera-testamento, la “Sala Prometeo” ha accolto gli interventi di Maria Grazia Cucinotta (in collegamento video per improvvisi e improrogabili impegni di lavoro), di Enzo Decaro e di Rosaria Troisi, sorella di Massimo.
Foto di Salvatore De Rosa