Aversa (Caserta) – Nuovo appuntamento del “Jazz Club Lennie Tristano” con il concerto del “Vito Di Modugno Organ Quartet” – costituto da Vito Di Modugno (organo hammond), Michele Carrabba (sax tenore), Pietro Condorelli (chitarra) e Massimo Manzi (batteria) – che si terrà domenica 17 novembre, alle ore 19, nell’Auditorium “Bianca d’Aponte”.
Vito Di Modugno, rinomato organista italiano riconosciuto tra i migliori dieci al mondo per tre anni consecutvi dalla rivista americana “DownBeat”, guida un quartetto di alto livello, formato da alcuni dei più influenti musicisti del jazz italiano. Nato nel 2002, questo gruppo ha collaborato con etichette di prestigio come Red Records e Abeat, registrando con artisti di spicco come Jerry Bergonzi, Fabio Morgera, Pino Di Modugno, Fabrizio Bosso, Fausto Leali, Patrizia Conte, Sandro Gibellini e Stefano D’Anna. Il quartetto è noto per offrire spettacoli entusiasmanti e coinvolgenti, proponendo un repertorio che spazia tra brani originali e composizioni dei grandi maestri del jazz. Tra le loro opere, spicca l’interpretazione jazz dei celebri “Quadri di un’Esposizione” di Mussorgsky. La loro musica riesce a conquistare anche il pubblico meno esperto, trasformando ogni concerto in un’esperienza magica e indimenticabile.
Vito Di Modugno – Ha studiato pianoforte col maestro Binetti conseguendo il diploma nel 1984, e nello stesso anno è stato premiato al concorso “Coppa Pianisti d’Italia”. Ha frequentato inoltre alcuni corsi di perfezionamento pianistico con i maestri Medori e Caporali, dei seminari jazzistici con Michael Brecker e Pat Metheny, i corsi di Siena Jazz e ha conseguito il diploma in Jazz nel 1996 col maestro Ottaviano. Nel 2003 è stato eletto tra i migliori nuovi talenti nel referendum “Top Jazz” indetto dalla rivista “Musica Jazz”. Ha suonato come solista con l’Orchestra Sinfonica “Arturo Toscanini” di Parma diretta dal maestro Beppe D’Onghia, interpretando il concerto per gruppo e orchestra sinfonica dei Deep Purple composto dall’organista Jon Lord. Ha tenuto dei concerti negli Stati Uniti, Germania, Spagna, Svizzera, Yemen, Marocco. La rivista “Musica Jazz” lo ha inserito tra gli specialisti dell’Organo Hammond nell’inserto e cd dedicato alla storia di questo strumento. È pluri-vincitore del Jazzit Award come migliore organista italiano. Ha tenuto dei work shop in Spagna Espartinas (Siviglia) presso la Scuola Municipale di Musica come docente della Master Class di Jazz. È docente di Pianoforte Jazz presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari.
Michele Carrabba – Nato a Parigi nel 1961, inizia lo studio del sassofono all’età di 13 anni, successivamente passa al clarinetto diplomandosi presso il conservatorio di Foggia nel 1984 e nel 1999 si diploma in Musica Jazz. Partecipa a diversi concorsi, sia di musica classica che di Jazz, vincendone molti. Collaborazioni: Larry Nocella, Massimo Urbani, Gianni Basso, Paolo Tomelleri, Flavio Boltro, Paolo Fresu, Ettore Fioravanti, Attilio Zanchi, Sal Nistico, Lou Blackburn, Michael Brecker, Tony Scott, Joy Garrison, Cristal White. Ha inoltre suonato in gruppi e orchestre come: l’Orchestra Time di Luciano Fineschi, la Jazz Studio Orchestra di Paolo Lepore, la Thelonious Monk Orchestra di G.C. Piedimonte, l’Orchestra di Ettore Fioravanti.
Massimo Manzi – Autodidatta, ma cresciuto in un ambiente familiare musicalmente stimolante, frequenta per un anno i corsi jazz della Scuola Popolare di Musica Testaccio in ROMA coi M.i Bruno Tommaso, Michele Iannaccone ed altri. Già dai primi anni ottanta l’attività concertistica di Manzi è molto intensa, e la stampa inizia a notare le sue capacità. Oltre ad esibirsi abitualmente coi migliori talenti locali, diventa il batterista più richiesto per accompagnare noti solisti statunitensi nei concerti organizzati da e per “Ancona Jazz” o dalle stagioni concertistiche maceratesi. Fra questi grandi musicisti, alcuni dei quali purtroppo oggi scomparsi, vanno senz’altro menzionati Al Cohn, Tal Farlow, Lee Konitz, Al Grey, Eddie “Lockjaw” Davis, Earl Warren, Bobby Watson, Jimmy Knepper, Mike Melillo ed il “nostro” compianto Massimo Urbani, Dave Liebman, George Garzone, Phil Markowitz, Mike Mainieri, Art Van Damme, Benny Golson. Per la didattica va notato l’ingresso di Manzi nel corpo docente dei prestigiosi Seminari di Siena Jazz (tuttora vi è attivo), ed in quello del Corso Sperimentale di Jazz e Musiche Improvvisate del Nostro Tempo (triennio 2003-2005) al Conservatorio Martini di Bologna.
Pietro Condorelli – E’ considerato tra i migliori ed autorevoli chitarristi del panorama jazzistico italiano. La sua carriera di musicista è costellata da importanti collaborazioni nazionali ed internazionali, all’insegna della sperimentazione, oltre che delle forme più tradizionali. Inizia giovanissimo l’attività di musicista concepita però in modo più ampio, contribuendo alla creazione di spazi pensati per la musica. E’ il periodo nel quale le jam-sessions, rappresentano il fulcro attraverso il quale i linguaggi musicali, possono evolversi e fondersi. In queste occasioni nascono le prime collaborazioni con musicisti che nel tempo diventeranno i più rappresentativi nomi del jazz partenopeo tra i quali, Maria Pia De Vito, Vittorio Pepe, Daniele Sepe. I frequenti spostamenti di quegli anni, pongono le basi per aprire nuove ed importanti collaborazioni sia italiane che estere. Ha modo di collaborare con Lee Konitz, Paolo Fresu, Jimmy Wood, Gary Batz, Franco Cerri, e tanti altri. Dopo una attività triennale di docenza sostenuta al conservatorio di Cosenza, è attualmente titolare della cattedra di jazz presso il conservatorio di Napoli “San Pietro a Majella”.