di Massimiliano Ive – Non ci siamo dimenticati del caso ufficio postale di parco Sementini a Castel Volturno (Caserta), che il giorno 2 novembre scorso, nonostante fossero rispettati i tempi standardizzati nell’esecuzione delle pratiche e nonostante fossero attivi i 6 sportelli, si è trasformato in un girone dantesco per gli utenti locali.
Nella replica di Poste Italiane, purtroppo, non è stato toccato l’argomento della “gestione dei flussi degli utenti” che si accalcano non all’interno dei locali dell’ufficio, ma all’esterno, soprattutto nel periodo del ritiro delle pensioni o dei sussidi. Ciò che è stato messo in discussione dalle segnalazioni di numerosi cittadini di Castel Volturno, non è quanto avviene nell’ufficio e dietro le scrivanie degli impiegati, ma quanto accade all’esterno, poiché la variegata utenza della cittadina litoranea non è contraddistinta, nella maggior parte dei casi, da persone che sono abili fruitori dei mezzi tecnologici. Molti pensionati a stento sanno usare i telefonini; non parliamo, poi, dei disabili e dei cittadini extracomunitari appena giunti in città che non hanno ancora imparato l’italiano, figuriamoci se sono pratici nell’uso dei sistemi di prenotazione.
Perciò, a fronte di una popolazione che tra Baia Verde, Destra Volturno, Pescopagano, Castel Volturno centro, Scatozza, Domitiana nord, raggiunge le 10mila unità, a cui vanno aggiunti cittadini extracomunitari non residenti, con svariate problematiche culturali e sociali, ecco che spesso ciò che avviene fuori all’ufficio postale diventa drammatico. Anche per questo motivo nel nostro precedente articolo avevamo ravvisato il bisogno di trovare un’intesa sinergica tra il Comune di Castel Volturno e la direzione di Poste Italiane, al fine di creare non solo un “triage postale esterno”, ma anche di implementare il numero degli sportelli interni e quello del bancomat all’esterno, nonché mettere in cantiere un servizio inclusivo contraddistinto, anche da mediatori culturali che consentano gradualmente il passaggio dell’utenza a sistemi di riscossione alternativi rispetto al tradizionale versamento della pensione. Se un cittadino impiega tre ore per arrivare allo sportello, passando la mattinata all’esterno dell’ufficio, significa che qualcosa non va.
In questi giorni abbiamo raccolto una serie di commenti per rendere l’idea e che giriamo a chi di dovere al fine di approfondire il tema “del caos all’ufficio postale di Castel Volturno”. “Fuori all’ufficio siamo in troppi di noi… Ci vogliono altri sportelli!”. “È vero che si può prenotare con l’App, ma non tutti siamo tecnologici e poi a pieno regime né funzionano sempre 3 o al massimo 4 su 6. Questo ufficio postale è stato sempre una tragedia…”. “Il caos non avviene solo quando gli anziani vanno a ritirare le pensioni. Dopo il Covid aspettavamo dei miglioramenti, invece siamo costretti a venire alle 7 di mattina per poter entrare in orario”. “I disabili dovrebbero avere uno sportello dedicato a loro, una corsia preferenziale, invece, a volte li fanno passare avanti a chi sta dalle 7 di mattina fuori all’ufficio e dopo scoppia la guerra tra i poveri”. “Sono anni che viviamo disagi, non è una novità questo articolo. Personalmente non ho capito la replica di Poste Italiane che non tiene conto del fatto che siamo decine e decine di persone qui fuori, a cosa servirebbe la semplice prenotazione con l’App. Quanti posti prenotabili hanno in un giorno?”.
Inoltre, le conseguenze della calca dinanzi all’ufficio postale sono ravvedibili anche in ciò che viene riversato sugli scalini del parco Sementini in termini di carta, fazzoletti e sporcizia varia.