Papa Francesco ha annunciato di aver incluso monsignor Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli, fra i nomi dei nuovi cardinali che saranno creati nel corso del prossimo Concistoro del 7 dicembre. Calabrese di nascita, “Don Mimmo” è alla guida dell’arcidiocesi partenopea dal 2020 ed è noto per il suo impegno sociale a fianco ai fragili.
Torna quindi a 21 il numero dei nuovi cardinali, dopo la rinuncia del vescovo indonesiano di Bogor, monsignor Paskalis Bruno Syukur, il 22 ottobre scorso, “per crescere nella vita sacerdotale”.
61 anni, originario di Satriano (Catanzaro), prima di guidare l’Arcidiocesi partenopea è stato vescovo della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, in provincia di Benevento. Ha compiuto gli studi filosofico-teologici al Pontificio Seminario Regionale “San Pio X” di Catanzaro. Ordinato sacerdote il 6 febbraio 1988, è stato nel corso degli anni parroco, rettore, direttore di uffici diocesani, canonico. Il 24 giugno 2016 è stato eletto da Papa Francesco alla sede vescovile di Cerreto Sannita -Telese- Sant’Agata de’ Goti. La consacrazione episcopale il 3 settembre e l’insediamento alla guida della comunità beneventana dal 2 ottobre del 2016, scegliendo come motto episcopale le parole di Gesù a Bartimeo – il figlio cieco di Timeo, che sedeva lungo la strada a mendicare – “Coraggio, alzati, ti chiama!” (“Confide, surge, vocat te!”).
Particolare l’attenzione e il coinvolgimento di monsignor Battaglia ai deboli e agli emarginati: è stato infatti al fianco dei tossicodipendenti dal 1992 al 2016 guidando il “Centro Calabrese di Solidarietà”, struttura legata alle Comunità Terapeutiche (Fict) di don Mario Picchi di cui è stato presidente nazionale dal 2006 al 2015. Dal 2000 al 2006 è stato inoltre vicepresidente della Fondazione Betania di Catanzaro, un’opera diocesana di assistenza e carità. A Napoli, dove gode dell’apprezzamento del clero e dei fedeli locali, il nuovo arcivescovo si era presentato nel primo messaggio “come fratello che va tra fratelli” in una città, “tesoro del Sud” in cui si spera e si lotta contro numerose problematiche sociali. Quelle che ha sempre denunciato, non mancando mai di stigmatizzare gli episodi di violenza e criminalità. Quelle a cui ha sempre guardato con occhio di pastore, come continuerà a fare anche da cardinale.