“Ci è stato garantito che da gennaio ci saranno 600 nuovi rappresentanti delle forze dell’ordine tra polizia, carabinieri e guardia di finanza”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, al termine del vertice in prefettura con il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, convocato dopo gli incidenti al quartiere Corvetto, dove si sono scatenate le proteste per la morte del 19enne tunisino Ramy Elgaml dopo un inseguimento con i carabinieri.
La questura di Milano ha chiesto rinforzi a Roma per controllare la violenza esplosa nel quartiere a est del capoluogo, paragonato a una “banlieu” parigina. “È stato garantito, ed è finalmente una notizia molto importante, che 600 sono addizionali rispetto ai ripristini di turn-over quindi sono in più”. “Non va bene parlare di banlieue, ma nemmeno chiudere gli occhi e far finta che vada tutto bene. Ci vuole tanta attenzione”, ha aggiunto.
“È veramente improprio parlare in senso generico di periferie – ha affermato – noi abbiamo problemi specifici in alcuni quartieri, sappiamo quali sono, sono quelli su cui ci concentreremo e torneremo sul Corvetto, ma è necessario in questo momento porre più attenzione in alcuni luoghi della città”, ha precisato Sala. “Il punto è che nei disordini, e credo che tutti noi vediamo e capiamo – ha aggiunto – non ci sono solo i rappresentanti di alcuni quartieri, ma si collegano rivoltosi di varia natura.
“Non mi spingo a dire che Milano è una città sicura e non ha problemi, ma non serve a nulla crocifiggere questa città che sta facendo uno sforzo per un modello che non è del centrosinistra, ma che caratterizza tutte le città internazionali”, ha concluso il sindaco all’uscita del vertice in prefettura a cui ha partecipato anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “Non si può dire che Milano sia una città fuori controllo”, ha detto il ministro dell’Interno per il quale è stata “proficua” la riunione a cui ha partecipato anche il sindaco. “Nessun segnale va sottovalutato”, ha aggiunto.