Svolta nell’inchiesta sul presunto sistema di corruzione al Comune di Teverola legato, in particolare, alla cosiddetta “lottizzazione Schiavone”. Otto misure cautelari sono state eseguite, stamani, dai carabinieri di Aversa nei confronti di professionisti, imprenditori e amministratori pubblici teverolesi, ritenuti gravemente indiziati in relazione a diverse ipotesi di corruzione e di abusi edilizi. Ai domiciliari gli ex sindaci Biagio Lusini e Tommaso Barbato, il tecnico Gennaro Pitocchi e l’ex consigliere Pasquale De Floris. Divieto di dimora per l’ex assessore Pasquale Buonpane, l’imprenditore Angelo Morra, Teresa La Palomenta (compagna di Pitocchi) e Alessandro Pisani, figlio di quest’ultima e per diverso tempo dirigente dell’ufficio tecnico comunale a Teverola. Respinta la richiesta d’arresto per altri indagati, complessivamente 15.
L’attività di indagine, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, svolta per diversi anni e rivelatasi particolarmente proficua sin dalle sue prime battute, è stata eseguita mediante l’utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali, associate a servizi di osservazione e pedinamento e si è giovata di rilevanti acquisizioni di atti e documenti al Comune di Teverola. Nell’arco temporale in cui si sono svolte le indagini, è emerso come gli amministratori al vertice del Comune di Teverola hanno asservito la loro funzione agli interessi privati, ponendo in essere condotte contrarie ai loro doveri di ufficio e/o assecondando le richieste dei privati in cambio di denaro e di altre diverse utilità.
È stato accertato, infatti, che alcuni atti amministrativi, e precisamente permessi a costruire, sono stati rilasciati a seguito di numerosi contatti tra gli amministratori e i beneficiari, spesso con l’intermediazione di tecnici comunque pienamente coinvolti e consapevoli della illiceità delle loro condotte. Sono state, inoltre, ricostruite condotte corruttive che vedevano coinvolti l’allora primo cittadino, alcuni componenti della Giunta e del Consiglio Comunale e vari imprenditori e privati cittadini e sono stati individuati precisamente gli atti amministrativi oggetto dell’interesse dei corruttori.
Le vicende corruttive descritte nell’ordinanza cautelare emergevano nitidamente dalle operazioni di intercettazione eseguite sull’utenza e all’interno del veicolo di uno degli indagati, Biagio Lusini, già sindaco di Teverola dal 2005 al 2015, poi divenuto consigliere comunale di minoranza dell’amministrazione dell’epoca. Lo stesso pianificava una rilevante attività di speculazione edilizia presso una vasta area agricola ubicata nel territorio comunale di Teverola, divenuta edificabile attraverso la rivisitazione del piano urbanistico comunale approvato in Consiglio Comunale.
Lusini, ricoprendo la duplice veste all’epoca dei fatti sia di consigliere comunale di minoranza che di imprenditore di fatto della società che doveva realizzare il complesso edilizio, nella piena consapevolezza dell’illiceità dell’intero progetto edificatorio di cui è stato, unitamente ad altre figure, il principale ideatore, fungeva da mediatore tra il proprietario dei terreni agricoli oggetto dei permessi di costruire e figure apicali della giunta comunale come il sindaco Tommaso Barbato e l’assessore ai Lavori pubblici, Pasquale Buonpane. Questi ultimi, dietro l’accettazione della promessa di una consistente somma di denaro, operavano al fine di far ottenere i titoli edilizi al proprietario dei terreni, grazie all’interessamento del Responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale da loro stessi chiamato a ricoprire l’incarico nella compagine amministrativa comunale.
Gli investigatori hanno delineato un contesto a dir poco inquietante ed una attività amministrativa illecita protrattasi per lungo tempo in cui i rapporti tra pubblico e privato erano saldamente finalizzati ad ottenere vantaggi, nella costante violazione delle leggi che disciplinano l’azione amministrativa. L’attività d’indagine, eseguita nell’anno 2023, infatti, consentiva di accertare un- contesto, se possibile, ancor più grave rispetto ai fatti accertati precedentemente nel triennio 2019/2021, confermando la totale gestione della macchina amministrativa da parte di soggetti esterni, con la complicità del sindaco, risultato materialmente al soldo di tutto l’entourage politico/imprenditoriale gravitante nell’orbita dei soggetti indagati. L’allora sindaco Barbato, in particolare, a seguito di elargizioni di denaro contante e di altre utilità eseguite su sue spasmodiche richieste, abdicava al ruolo di primo cittadino, demandando le sue funzioni ad un consigliere comunale di opposizione, poi &flessosi nel gennaio del 2022, che determinava tutte le scelte strategiche, economiche e amministrative del Comune di Teverola, plasmandole in funzione dei propri esclusivi interessi economici, anche grazie, tra l’altro, al pieno controllo dell’intera giunta comunale.
Ne è prova il ruolo centrale, da semplice segretario del suo partito senza cariche amministrative, svolto nella procedura di nomina pilotata dei vari dirigenti d’area negli uffici comunali strategici, tutti asserviti al suo volere, con conseguente rimozione di quelle figure in qualche modo avverse o invise. Il ruolo ricoperto dagli indagati non investiti formalmente di funzioni amministrative era così noto da divenire un affidabile e necessario punto di riferimento dei cittadini teverolesi che, per ottenere i permessi, provvedevano a elargire, sempre con le medesime modalità, somme di denaro al sindaco che operava con la complicità del consigliere comunale di minoranza già dimessosi.
Significativa, inoltre, è la circostanza per cui gli indagati sono riusciti a portare avanti il proprio progetto criminoso in un arco temporale lungo, che ha visto avvicendarsi due amministrazioni comunali, nonostante gli stessi abbiano ricoperto nel tempo cariche diverse: a seguito delle elezioni svoltesi nel giugno 2024, infatti, quello che nelle prime fasi delle indagini era stato sindaco del Comune di Teverola, veniva rieletto quale consigliere e nominato vicesindaco, il precedente assessore ai Lavori pubblici, veniva eletto consigliere comunale in quota minoranza, ed infine, un ex consigliere di minoranza veniva rieletto consigliere comunale in quota maggioranza. Questi ultimi, lo scorso ottobre, rassegnavano le proprie dimissioni a seguito di interrogatorio da parte del Gip del Tribunale di Napoli Nord conseguente la richiesta di applicazione di misure cautelari a loro carico avanzata dalla Procura della Repubblica.
Contestualmente alla esecuzione delle misure cautelari personali, i carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Aversa hanno dato esecuzione anche al decreto di sequestro preventivo dell’intera struttura immobiliare, “Parco Iris”, di edilizia insediativa di tipo abitativo, in località “Madama Vincenza” in parte ancora da realizzare e le unità immobiliari oggetto di compravendita, nonché al sequestro preventivo del fabbricato per civile abitazione in via Fratelli Bandiera a Teverola. IN ALTO IL VIDEO